La posizione di Donald Trump dopo l’attacco alle centrali nucleari iraniane potrebbe avere ripercussioni anche sul diretto interessato. Infatti secondo i democratici il presidente, con la sua decisione, avrebbe violato la Costituzione tenendo, tra l’altro, all’oscuro i democratici della sua decisione. Non sono mancano dubbi nemmeno tra i repubblicani che accusano il presidente di non aver mantenuto i suoi propositi di lasciare gli USA fuori dai conflitti internazionali mettendo così in pericolo la nazione. Infatti il timore è per quelle cellule dormienti più volte citate da Teheran come minaccia per Washington.
Secondo quanto dichiarato dal capo del Pentagono, Pete Hegseth, il Congresso sarebbe stato informato dell’azione militare come prevede il War Powers Act. Un avviso che, però, è arrivato troppo tardi rispetto all’avvio dei bombardamenti e che non ha permesso al Congresso di esprimere la sua opinione. Jim Himes, capogruppo democratico nella Commissione Intelligence, parla perciò di un attacco militare che, oltre a mettere in pericolo la sicurezza nazionale, è avvenuto “senza l’autorizzazione del Congresso” e di una “chiara violazione della Costituzione” americana.
La deputata Alexandria Ocasio-Cortez parla di impeachment (messa in stato d’accusa) opinione condivisa anche dal senatore del Vermont Bernie Sanders “L’unica entità che può portare questo Paese in guerra è il Congresso che ricorda come solo il Congresso e non il presidente, abbia il diritto di decidere un’entrata in guerra degli Stati Uniti. Un punto di vista condiviso anche da alcuni repubblicani che vedevano nell’isolazionismo trumpiano un elemento favorevole all’economia.
La domanda che dunque tutti si pongono è: Trump aveva il diritto di scegliere in autonomia di bombardare le basi nucleari iraniane? Sebbene sia ‘Commander in Chief ’e quindi comandante delle forze armate è solo il Congresso che può autorizzare una dichiarazione di guerra. Non solo ma i poteri del presidente restano comunque limitati. La conferma arriva sempre dal War Powers Act secondo cui il presidente avrebbe autonomia nel dispiegamento delle forze armate solo in caso di “emergenza nazionale derivata da un attacco agli Usa, ai suoi territori o alle sue forze armate”. Fin qui la teoria. Diversa è la pratica.
La maggior parte delle azioni simili poste in essere dagli USA in passato sia sotto amministrazione repubblicana che democratica, non avevano un’esplicita autorizzazione del Congresso. Da qui i dubbi che la richiesta di impeachmente avanzata dai democratici possa avere seguito. Non è escluso, però, che si possa verificare un’inedita collaborazione trasversale tra i due schieramenti qualora la durata del conflitto possa prolungarsi oppure avere conseguenze drammatiche anche su territorio USA. Da non escludere, tra gli elementi che potrebbero esacerbare la querelle, nemmeno un forte e negativo contraccolpo economico derivante da un blocco delle forniture di petrolio.