C’era una volta Via Veneto. Quella dei flash, dei cappotti di cammello, dei drink al Cafè de Paris e dei paparazzi appostati tra le auto con i vetri fumé. Era l’epoca della Dolce Vita, immortalata da Fellini e svanita tra le pieghe di un’epoca finita troppo presto. Poi arrivarono gli anni bui: sigilli, inchieste, sequestri per ‘ndrangheta, un lento oblio in cui la via simbolo del glamour romano si è svuotata, lasciando spazio a souvenir sbiaditi e ristoranti svogliati.
Ma ora, qualcosa si muove. E si muove in grande stile.
Da De Gasperi a De Niro: il nuovo set si chiama Nobu
A luglio 2024, via Veneto riapre il sipario. E lo fa con il debutto italiano del Nobu Hotel, la catena cult del lusso contemporaneo fondata da Robert De Niro, dallo chef Nobu Matsuhisa e dal produttore Meir Teper. Un investimento a otto zeri, che accende una nuova luce su Roma e sulla sua ospitalità d’élite.
Ospitato all’interno di due palazzi ottocenteschi restaurati, il nuovo Nobu Hotel si sviluppa su sei piani con 122 camere, una suite da 500 mq, spa, roof top panoramico, club lounge e naturalmente un ristorante giapponese di altissimo livello, già destinato a diventare un nuovo status symbol per chi il sushi lo mangia con le bacchette d’oro.
Dalle chiusure per mafia al rilancio del lusso
Il paradosso è tutto qui: dove un tempo sorgeva il regno della ‘Ndrangheta in giacca e cravatta, con sigilli messi al Cafè de Paris nel 2009 e beni confiscati per oltre 200 milioni di euro, oggi torna a investire l’hotellerie di punta mondiale. È la rivincita elegante di una città che ha sofferto sotto il peso dell’illegalità e ora prova a risorgere a colpi di design, esperienza immersiva e capitali internazionali.
Olre ai sigilli al Cafè de Paris sono stati sequestrati anche altri beni sempre nel centro della capitale, negli anni avvenire tra il 2010 e il 2017, tra cui il George’s Restaurant in via Marche, non molto distante dalla blasonata Via Veneto e altri beni per centinaia di milioni di euro. Sequestri e chiusure per malavita al Pantheon e ancora controlli della Guardia di Finanza per tutto il centro storico. Via Veneto a quel punto sembrava destinata a un lento ma inesorabile declino.
La nota strada romana ha vissuto per anni solo nel ricordo dei bei tempi che furono, adagiandosi sulle immagini dei noti film, sui ritornelli delle canzoni e su quei ricordi di chi quell’epoca d’oro, fatta di luccichii, cinema e successo l’ha vissuta davvero. Ora potrebbe di nuovo avere la sua occasione di riscatto e non vivere solo nel ricordo dei tempi andati ma apprestarsi a iniziare una nuova epoca, assolutamente diversa ma allo stesso modo scintillante. Con i nuovi investimenti e interessi del jet set americano potrebbe tornare la Via Veneto degli antichi splendori.
Il ritorno del lusso su via Veneto non è solo una questione estetica: è rigenerazione urbana, economia immobiliare, turismo ad alto valore aggiunto. Un investimento che promette di restituire centralità a una zona diventata periferia simbolica del turismo romano.
Roma capitale del turismo luxury
Del resto, i numeri parlano chiaro: nei primi mesi del 2024 Roma ha registrato un +5,5% annuo nel tasso di crescita turistica. Gli hotel a 4 e 5 stelle hanno aumentato l’occupazione, con una media di 3,37 camere occupate per struttura e 4,6 addetti per stanza. Un segnale che il segmento alto del turismo non solo è vivo, ma sta trainando l’intero comparto.
La città più premiata (più di Londra e Parigi)
E se qualcuno avesse ancora dubbi sul posizionamento di Roma nel circuito del lusso internazionale, basta dare un’occhiata alla classifica di Luxury Travel Intelligence, la “Tripadvisor dei super-ricchi”. Al primo posto? Il Bulgari Hotel Roma, giudicato il miglior nuovo 5 stelle al mondo inaugurato nel 2023. Al settimo il Six Senses Rome, a due passi da Piazza Navona. Due nomi, una sola città. Roma è l’unica metropoli al mondo – insieme a Londra – con due strutture in top 15, ma con posizioni migliori della capitale britannica.
Il Bulgari, in particolare, ha portato il concetto di ospitalità di alta gamma a un nuovo livello: statue imperiali, biblioteca riservata, spa di 20 metri, e suite che arrivano ai 10.000 euro a notte. Ma a Roma, il lusso è anche cultura, archeologia, moda, cinema. Non è un’esibizione: è un linguaggio.
Il futuro? Più jet set, meno souvenir
Con l’arrivo di Nobu – e l’annuncio di nuove aperture come Corinthia, Cracco e l’Orient Express La Minerva – Roma sembra finalmente aver capito che non basta attrarre turisti: bisogna attrarre quelli giusti. Quelli che cercano l’esperienza, non la cartolina. Quelli che lasciano mance a tre cifre e postano suite da sogno, non gelati sciolti davanti al Colosseo.
Via Veneto è pronta a riprendersi la scena. Questa volta senza flash finti e venditori ambulanti. Ma con roof garden, investitori stranieri e una nuova Dolce Vita – forse meno romantica, ma molto più redditizia.