C’è chi parte per le ferie con la voglia di staccare la spina e chi, invece, si ritrova con il conto corrente prosciugato prima ancora di mettere piede in spiaggia. Il caldo, quest’anno, è arrivato accompagnato da una compagnia un po’ meno gradita: l’inflazione. A giugno, secondo l’analisi dell’Unione Nazionale Consumatori sui dati Istat, i rincari si sono concentrati con chirurgica precisione proprio su tutto ciò che riguarda vacanze, cibo e relax. Esattamente quello che serviva per godersi un’estate serena.
Guidano questa cavalcata verso l’alto i voli nazionali, che hanno registrato un rincaro mensile del 32,1%. No, non è un errore di battitura: in appena trenta giorni, volare all’interno del territorio italiano è diventato un’esperienza che assomiglia più a una trattativa immobiliare che a un biglietto Ryanair.
Il vero colpo di grazia arriva però sul fronte annuo, con un aumento del 38,1% rispetto a giugno 2024. Se avevate l’impressione che prenotare una vacanza fosse diventato proibitivo, ora sapete che non si trattava di suggestione ma di matematica applicata al turismo.
Anche restare a terra, però, non garantisce risparmio. Le vacanze nei villaggi, i campeggi e gli ostelli sono lievitati del 15,7% rispetto al mese precedente. E se decidete di noleggiare un’auto per muovervi con autonomia, sappiate che anche quel servizio è salito del 6%. Il caro-prezzi non ha risparmiato neppure pacchetti vacanza, alberghi e trasporti marittimi. Insomma, viaggiare è diventato un vero privilegio economico, più vicino al business plan di una startup che al desiderio di staccare dalla routine.
L’inflazione non ha risparmiato nemmeno la tavola. Il caffè ha fatto un balzo del 25% su base annua. Una moka a casa è ormai da considerarsi una forma di investimento passivo. La gioielleria è cresciuta del 22,5%, ma almeno lì un certo scintillio è incluso nel prezzo.
Per chi pensava che la colazione fosse ancora un piacere democratico, ecco l’ennesima delusione: cacao e cioccolato in polvere sono aumentati del 21,4%, il burro ha toccato il +19,9%, mentre il cioccolato fondente (un tempo rifugio emozionale low cost) è salito del 13%. In questa gara ai rialzi, solo lo zucchero sembra aver avuto un briciolo di compassione.
Il commento dell’Unione Nazionale Consumatori non lascia spazio a interpretazioni: «Una vera e propria stangata per chi è già andato in ferie. Ma forse anche un avvertimento preventivo per chi ancora ci sta pensando. Se il primo semestre 2025 si chiude così, il secondo promette di non essere da meno. E a meno di non trovare un last minute con effetto miracolistico, conviene iniziare a considerare opzioni alternative: il turismo sul balcone, la staycation in salotto, oppure la contemplazione zen del proprio estratto conto».
In fondo, ogni estate ha il suo tormentone. Quella del 2025 sembra aver scelto come colonna sonora lo squillo del POS. E la spiaggia, a quanto pare, resta il posto migliore per sotterrare le proprie speranze di risparmio, con tanto di crema solare da 12 euro al tubo, quelle più cheap.