Con i vari lockdown e misure restrittive il gruppo vede calare le vendite del 3,8%. Proposto lo stesso un dividendo per 0,055 euro
Pesa il Covid sui conti di Campari che ha chiuso il 2020 con vendite nette per 1.772 milioni di euro, in calo del 3,8% sul 2019 (-4,1% a livello organico), con una flessione più importante, il 7%, registrata nel quarto trimestre per effetto dei nuovi lockdown. Il re degli aperitivi ha scontato un po’ in tutto il mondo le chiusure dei locali pubblici. Il risultato è stato un incremento delle vendite nei supermercati e in generale nei negozi, ma il forte calo delle vendite nei bar e nei ristoranti, dove, cioè, vengono venduti i prodotti a marginalità superiore, quindi con più guadagni, ha pesato molto sui conti finali.
E così l’utile netto, si legge in una nota, si è attestato a 187,9 milioni, in calo del 39,1% dopo rettifiche operative, finanziarie e fiscali per 14,2 milioni senza le quali il calo sarebbe stato contenuto al 24,4%.
Nonostante questi risultati il cda proporrà comunque ai soci un dividendo di 0,055 euro per azione, in linea con l’anno precedente che verrà pagato il 21 aprile 2021.
Per quanto riguarda le prospettive, Campari resta cauta sul 2021 ma è fiduciosa su uno sviluppo favorevole del business nel lungo periodo. «Guardando al 2021, i nostri marchi sono molto in salute e fortemente rilevanti per i consumatori. Contestualmente, le nostre prospettive rimangono caute, principalmente a causa dell’incertezza legata alle restrizioni in corso e ai piani di somministrazione delle vaccinazioni», ha dichiarato il ceo Bob Kunze-Concewitz.
A Piazza Affari il titolo del gruppo scivola del 4,26% a 9,34 euro.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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