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Economia

Confindustria, Bonomi: “Pil a +6% nel 2021, ma la vera sfida è la crescita dal 2022”

Maria Lucia Panucci
23 Settembre 2021
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“Basta giochi politici, le riforme vanno attuate ora. Quota 100 è un furto ai danni di soggetti fragili come giovani, donne e lavoratori a tempo” «La ripresa italiana è avviata […]

“Basta giochi politici, le riforme vanno attuate ora. Quota 100 è un furto ai danni di soggetti fragili come giovani, donne e lavoratori a tempo”

«La ripresa italiana è avviata verso il +6% del Pil in questo 2021. È un dato che ci dà fierezza perché la tenuta da metà 2020, fino alla ripresa di consumi interni e servizi, che però è iniziata solo un anno dopo nello scorso maggio, si deve pressoché integralmente a noi: all’industria, alla manifattura e al nostro export». A parlare così è il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in occasione dell’assemblea annuale 2021 dell’associazione degli industriali.

Nessuna enfasi però ma piedi ben piantati a terra visto che “il vero punto non è il rimbalzo in corso quest’anno ma il tasso di crescita dal 2022 in avanti“. «Solo una crescita solida e duratura, di orizzonte decennale, può rendere davvero sostenibile l’immane debito pubblico italiano: a maggior ragione quando le regole comunitarie, sia pur riviste, torneranno a essere vigenti su deficit, debito e aiuti di Stato – ha detto. – Bisogna immaginare subito come farlo, affrontando seriamente le ombre che intanto sono calate sui mercati internazionali. Ombre che aumentano la possibilità di una frenata della crescita non solo italiana ed europea, ma globale. Mi riferisco ovviamente agli aumenti che in 12 mesi sono divenuti a doppia cifra delle commodities minerarie, soprattutto metalli. A quelli più contenuti, ma sempre a doppia cifra, di molte fondamentali commodities agricole. All’aumento vertiginoso dei prezzi energetici, con il barile di petrolio passato dai 19 dollari di minimo ad aprile 2020, ai 73 attuali, e il corrispettivo proporzionale aumento del prezzo del gas».

Bonomi però ha lodato appieno l’operato di Draghi, definendolo come “l’uomo della necessità“. «Il premier Mario Draghi e il suo Governo hanno trasmesso al Paese, ai mercati e al mondo, una nuova fiducia verso la credibilità dell’Italia – ha aggiunto. – Le imprese si riconoscono nell’esperienza e nell’operato del Governo guidato dal presidente Draghi e auspicano che continui a lungo nella sua attuale esperienza». Il presidente Draghi, con il suo governo, secondo Bonomi, “ha rappresentato un’oggettiva svolta, riconosciuta da tutto il mondo, dell’autorevolezza dell’Italia nell’Unione Europea, nella Nato, e nel G20 che sta guidando, alla ricerca di una più vasta cooperazione delle potenze mondiali sul nodo dei rischi rappresentati dall’Afghanistan, dopo la ritirata Usa e Nato”.

Bonomi invita quindi a proseguire in questa direzione senza lasciarsi toccare dai giochi politici dei partiti. «Le riforme occorre farle adesso – ha affermato– basta rinvvi, basta giochetti, basta veti. Basta davvero. Quanto al Pnrr questa è un’occasione storica e queste risorse non sono eterne, quindi una cosa è sicura: Conindustria si opporrà a tutti coloro che vorranno intralciare il processo delle riforme», ha detto con fermezza. 

Secondo il leader degli industriali urge una riforma fiscale e sul sistema pensionistico.  «Quota 100 è stata un furto ai danni dei soggetti fragili del nostro welfare squilibrato e può e deve davvero bastare così. L’intervento sulla previdenza non può risolversi in una quota 100 travestita, applicata magari ai 63enni invece che ai 62enni – ha concluso. – Quel che sembra a noi è che gli oneri del sistema contributivo andrebbero riorientati finalmente al sostegno e all’inclusività delle vittime ricorrenti delle crisi italiane: cioè giovani, donne e lavoratori a tempo, invece che essere bruciati sull’altare del fine elettoralistico di prepensionare chi un lavoro ce l’ha».

di: Maria Lucia PANUCCI

FOTO: ANSA / MATTEO BAZZI

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