A luglio le entrate tributarie aumentano del 10,5% su base annua
Sale il debito pubblico italiano. A settembre quello delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 29,7 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.725,9 miliardi. A riferirlo è Bankitalia nella pubblicazione statistica Finanza pubblica: fabbisogno e debito, secondo cui l’incremento è dovuto all’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (36,3 miliardi, a 120,8), che ha più che compensato l’avanzo di cassa delle amministrazioni pubbliche (7,1 miliardi); l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio complessivamente ha aumentato il debito per 0,4 miliardi.
«Si tratta di oltre 104 mila euro di debito a famiglia, 104 mila e 398 euro per la precisione – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Anche calcolando il debito ad italiano si raggiunge un nuovo traguardo, pari a 46 mila e 145 euro, un valore superiore a ogni precedente. Prima o poi questo debito dovrà essere ridotto, finita la pandemia. Ci domandiamo a chi saranno chiesti i soldi. Speriamo non siano i soliti lavoratori dipendenti».
Guardando alla ripartizione per sottosettori il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 30,0 miliardi, mentre quello delle amministrazioni locali è diminuito di 0,3 miliardi; il debito degli enti di previdenza è rimasto invece stabile.
La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è stata pari al 23,4%, 0,4 punti percentuali in più rispetto al mese precedente. La vita media residua è lievemente diminuita, a 7,4 anni.
Sempre a luglio le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 48,4 miliardi, in aumento del 10,5% rispetto al corrispondente mese del 2020. Nei primi 7 mesi del 2021 le entrate tributarie sono state pari a 243,2 miliardi, in aumento del 13,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
di: Maria Lucia PANUCCI
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