Da aprile slitterà a giugno, precisamente dal 7 al 12. E’ già sold out degli stand
Slitta il Salone del Mobile a Milano. L’atteso evento, giunto alla 60esima edizione, è stato rimandato a causa della pandemia e della diffusione della variante Omicron. Non si svolgerà più ad aprile tra il 5 e il 10 ma a giugno dal 7 al 12. Lo ha deciso il CdA di Federlegno Arredo Eventi, di concerto con Fiera Milano. «La decisione di posticipare l’evento consentirà a espositori, visitatori, giornalisti e all’intera community internazionale dell’arredamento e del design di sfruttare al meglio e in piena sicurezza le potenzialità di una rassegna che quest’anno si presenterà ricca di novità e che, oltre a festeggiare un compleanno importante, punterà sul tema della sostenibilità, facendosi palcoscenico dei progressi fatti in quest’ambito da creativi, designer e aziende – ha chiarito la presidente Maria Porro. – Le nuove date porteranno anche una forte presenza di espositori e operatori stranieri».
Come ogni anno la manifestazione sarà una vetrina internazionale sul mondo dell’arredo e del design. Tre i settori previsti: classico con un focus su tradizione e artigianato; design incentrato su estetica e innovazione; e xLux dedicato invece al lusso. «Siamo pronti ad ospitare la prossima edizione del Salone – ha detto Luca Palermo, amministratore delegato e direttore generale di Fiera Milano. – Siamo orgogliosi perché nei nostri spazi espositivi, tra gli stand del Salone, ci sarà l’Italia del presente e del futuro. L’edizione dello scorso settembre ha sancito la ripartenza del sistema fieristico. Vogliamo che questa sia l’edizione della conferma della rinascita del Paese. Il Salone del mobile Milano si svolgerà nel pieno rispetto delle regole e dei protocolli sanitari emanati a livello nazionale. Fiera Milano vuole continuare ad essere un modello di riferimento per il settore e per il business delle imprese».
Per l’edizione del 2022, che torna dopo due edizioni saltate, il Salone ha già registrato il sold out degli stand a dicembre, con un 30% di espositori non italiani all’appello, come nei tempi pre covid.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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