L’ad era restio a raccogliere la mano tesa di Axa e Anima, per non complicare la futura ricerca di un partner bancario che consenta al Tesoro di ridurre la quota del 64% detenuta
L’ad di Mps Luigi Lovaglio è pronto a cercare il supporto dei principali partner commerciali della banca toscana all’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, dopo aver cercato fino all’ultimo soluzioni alternative al coinvolgimento di Anima e Axa. Lo riferiscono tre fonti vicine, riportate da Reuters.
Lovaglio era restio a raccogliere la mano tesa di Axa e Anima, interessate a investire in Mps per rafforzare le alleanze commerciali, per non complicare la futura ricerca di un partner bancario che consenta al Tesoro di ridurre la quota del 64% detenuta nella banca di Piazza Salimbeni.
Accordi di bancassurance e asset management a lungo termine potrebbero diminuire l’appeal del Monte per un eventuale compratore, che si ritroverebbe a ereditare i vincoli delle partnership.
Gli istituti che stanno organizzando la ricapitalizzazione, tuttavia, hanno da tempo individuato la necessità di investitori di riferimento, come già detto da alcune fonti. Alla luce degli attuali prezzi di mercato, le banche si trovano di fronte l’arduo compito di collocare nuove azioni che valutano Mps a un multiplo superiore rispetto a concorrenti più forti come UniCredit.
Dopo un primo scambio informale ieri a Londra a margine di una conferenza organizzata da Bank of America con i vertici di Anima e Axa, riportato per la prima volta da Bloomberg News, si attende che venga fissato un incontro formale la prossima settimana per intavolare le trattative a lungo rimandate, secondo due delle fonti, aggiungendo che non è detto ciò porti a un accordo.
I tempi per una trattativa sono ormai risicati considerato che Mps ha bisogno di chiudere l’aumento entro la metà di novembre per utilizzare lo scivolo fino a 7 anni previsto fino a fine novembre dal Fondo di Solidarietà per i prepensionamenti.
Ma la volatilità dei mercati e i timori di recessione rendono difficile attrarre acquirenti per una banca che vale appena 300 milioni di euro dopo aver bruciato 25 miliardi di euro di capitale immesso dagli investitori negli ultimi 15 anni.
La riluttanza di Lovaglio a impegnarsi con Axa e Anima ha creato nervosismo in alcune delle banche che hanno firmato un impegno preliminare per sottoscrivere le azioni invendute dell’aumento, ha detto una delle fonti.
Guidato da Bank of America, Citigroup, Credit Suisse e Mediobanca, il gruppo di banche che gestisce l’aumento di capitale ha facoltà di abbandonare l’operazione se il feedback degli investitori fosse negativo in base alle clausole dell’accordo di pre-underwriting.