Piazza Affari chiude in aumento il day-after elettorale italiano. L’indice Ftse Mib guadagna lo 0,67% a 21.207,25 punti base. Invece, le Borse europee concludono in calo la seduta odierna. Il Dax 30 di Francoforte cede lo 0,44% a 12.229,83 punti, il Cac 40 di Parigi lo 0,24% a 5.769,39 punti. Appena sopra la parità invece il Ftse 100 di Londra, che segna lo 0,07% a 7.023,85 punti. In deciso calo l’Ibex 35 di Madrid, che arretra dello 0,87% a 7.517,32 punti.
Giornata molto nervosa per i titoli di Stato europei, con lo spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni che verso la chiusura della seduta ha toccato quota 242 punti base, rispetto ai 231 dell’avvio, con un rendimento del prodotto del Tesoro al 4,5%.
Il tasso del Btp corregge così i massimi dal 2013, mentre il differenziale supera il livello di chiusura di metà giugno, toccato sull’onda delle incertezze della Bce per lo scudo antispread, e raggiunge la quota di metà maggio 2020.
Il mercato non hanno apprezzato le nuove misure fiscali del Governo del Regno Unito, con la sterlina crollata ai minimi storici ed i rendimenti dei titoli di Stato schizzati alle stelle. In questo scenario si aggiungono anche i timori di una pesante recessione e l’ipotesi di un intervento d’emergenza della Banca d’Inghilterra. Dopo i primi scambi in Asia la sterlina ha subito un tracollo del 5% a 1,035 sul dollaro, toccando il nuovo minimo storico e registrando la flessione maggiora da marzo 2020, quando la pandemia da Covid-19 provocò uno scossone su tutti i mercati internazionali.
L’euro, dopo avere aggiornato minimi da venti anni sul dollaro in area 0,95, si attesta a 0,9653 dollari (0,9724 venerdì in chiusura). La moneta unica vale inoltre 139,26 yen (da 139,18), mentre il dollaro/yen è pari a 144,24 (da 142,14).
Il prezzo del petrolio, dopo aver più volte cambiato la direzione di marcia, è in rialzo: il wti, contratto di novembre, si attesta a 79 dollari al barile, in rialzo dello 0,37%. Infine è in calo anche il prezzo del gas: vale 172,75 euro al megawattora, in calo del 6,8%.
Nel listino milanese, si sono distinte le azioni del risparmio gestito, con Fineco in progresso del 3,55%. Moncler ha messo a segno un +3,46%, dopo che il presidente e ad, Remo Ruffini, ha dichiarato di essere ottimista per i mesi venturi, a dispetto dell’incertezza geopolitica. Sono state ben acquistate anche le Telecom Italia (+2,6%), sull’ipotesi che il nuovo governo, a traino di Giorgia Meloni, darà un’accelerazione al riassetto dell’azienda. In più, secondo indiscrezioni, l’ad, Pietro Labriola, starebbe lavorando alla vendita di Tim Brasil. Tra le società a maggiore capitalizzazione, hanno fatto male le Enel (-2%).
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