L’Italia, con la Spagna, continua a soffrire di bassa produttività del lavoro e resta il divario con i principali partner europei
La produttività del capitale torna a cresce, dopo la fase più acuta della crisi pandemica. Lo riporta l’Istat precisando che la produttività del capitale (rapporto tra valore aggiunto e input di capitale) cresce nel 2021 del 7,7%, dopo il -10,7% del 2020. La crescita sostenuta è stata determinata dal forte aumento del valore aggiunto (+8,5%), associato all’incremento più contenuto dell’input di capitale (+0,8%).
Più in generale nel 2021 il valore aggiunto dei settori produttori di beni e servizi di mercato è in decisa crescita (+8,5% in volume) dopo la marcata flessione registrata nel 2020 (-11%).
Anche la produttività dei fattori di produzione segue una simile evoluzione, ad eccezione della produttività del lavoro (valore aggiunto per ora lavorata) che diminuisce dello 0,7% per effetto di un aumento delle ore lavorate maggiore dell’incremento del valore aggiunto. Alla crescita del valore aggiunto contribuisce anche l’incremento della produttività totale dei fattori (+2,0%), dopo il calo nel primo anno di pandemia (-1,2% nel 2020).
Tuttavia, l’Italia continua a soffrire di bassa produttività del lavoro e resta il divario con i principali partner europei. Secondo l’Istat nel periodo 1995-2021, la crescita media annua della produttività del lavoro in Italia (+0,4%) è stata decisamente inferiore a quella registrata nel resto d’Europa (+1,5% nell’Ue27). Tassi di incremento più in linea con la media europea sono stati registrati dalla Francia (1,2%) e dalla Germania (1,3%). Anche per la Spagna il tasso di crescita (+0,4%) è più basso della media europea e analogo a quello dell’Italia.
Per quanto attiene ai risultati provvisori del 2021, la diminuzione della produttività del lavoro registrata in Italia (-0,7%) è risultata lievemente superiore di quella della Spagna (-0,5%), ma molto inferiore a quella della Francia (-2,0%). Nello stesso periodo, solo la Germania ha segnato una forte dinamica positiva della produttività del lavoro, con un aumento dell’1,6%, unico tra i principali partner europei ad attestarsi sopra la media della Ue27, che registra un incremento dello 0,9%.
Per l’Italia il divario rispetto alle altre economie europee è stato particolarmente ampio in termini di evoluzione del valore aggiunto. Nel periodo 2014-2021, la produttività del lavoro in Italia è aumentata dello 0,6%, in media annua, al di sotto della media Ue27 (+1,3%). La dinamica è risultata inferiore a quella della Germania (1,2%), ma superiore a quelle di Francia (+0,4%) e Spagna (-0,2%). Nello stesso periodo, in Italia il valore aggiunto è cresciuto mediamente dello 0,7% e le ore lavorate sono risultate stazionarie.
La Francia e la Spagna hanno registrato incrementi relativamente più ampi dell’Italia sia in termini di valore aggiunto (rispettivamente +1,0% e +0,9%) sia in termini di ore lavorate (rispettivamente +0,5% e +1,1%). Solo in Germania, a una crescita media del valore aggiunto dello 0,9%, si è associata una dinamica negativa dell’input di lavoro (-0,3%).