La tendenza a cambiare spesso lavoro arriva dagli Stati Uniti, ma in Italia sembra funzionare solo nel digitale
Sono tante le tendenze che stanno investendo il mondo del lavoro negli ultimi anni. Dopo le Grandi Dimissioni, che hanno visto milioni di dipendenti dimettersi in massa, arriva il job hopping. Ma che cosa significa? Con questo termine si intende “saltare da un lavoro a un altro”.
Il fenomeno è particolarmente diffuso negli Stati Uniti, soprattutto tra i millennial alla ricerca di un miglior life-work balance e di stipendi più alti. Una tendenza che sta arrivando anche in Italia, specialmente nelle professioni digitali. Al di fuori del settore digital, però, la situazione sembra molto diversa.
«Nel nostro Paese la disoccupazione giovanile è ancora molto alta: con un tasso del 23,7%, l’Italia si posiziona al terzo posto in Europa, secondo i dati Eurostat – ha spiegato all‘ANSA Pietro Novelli, general manager di Oliver James Italia – l’Italia è anche uno dei Paesi in cui gli stipendi sono cresciuti di meno negli ultimi 30 anni secondo gli ultimi dati Ocse. E questo è un problema soprattutto con l’inflazione in aumento: se, infatti, le buste paga hanno fatto segnare un +3%, l’inflazione è cresciuta dell’8,1%. In sostanza, gli aumenti dei salari hanno compensato solo il 40% dei rincari, contro una media Ue del 54%».
Il Job hopping, quindi, conviene? «È senz’altro giusto guardare alle opportunità presenti sul mercato ma può essere opportuno anche saper negoziare internamente alla propria azienda per avere una revisione del proprio pacchetto retributivo – ha affermato Novelli – Per far questo è bene capire in quale tipo di azienda si lavora o, meglio, il tipo di politica retributiva adottata dall’azienda. Ci sono due criteri per stabilire gli aumenti di stipendio: il criterio di equità (in egual misura per tutti) o per meritocrazia (in base all’andamento delle performance dei dipendenti) e ciascuno presenta vantaggi e svantaggi. Altre cose utili sono: comprendere e concordare le proprie salary e promotion review prima ancora di entrare in azienda; rendere nota al proprio interlocutore (HR o manager) la consapevolezza circa il valore della propria figura professionale».