Si è tenuto oggi, dopo un corteo, l’incontro tra il governo e i sindacati, Fiom Cgil, Fim Cisl, e Uilm Uil per discutere del futuro di Acciaierie d’Italia
Sull’ex Ilva «il Governo ha escluso qualsiasi ipotesi di chiusura o liquidazione e, nello stesso tempo, ha ribadito la volontà e l’impegno per la salvaguardia degli impianti, la tutela della sicurezza sul lavoro e il raggiungimento dei livelli di produzione necessari». Lo scrive Palazzo Chigi in una nota in merito all’incontro tenutosi oggi tra il governo e i sindacati, Fiom Cgil, Fim Cisl, e Uilm Uil per discutere del futuro di Acciaierie d’Italia.
«Durante la riunione è stato fatto il punto sulle principali criticità che interessano gli impianti di produzione ed è stata definita una road map del confronto in corso con l’azienda. Il governo – si legge – si è detto consapevole della complessità di tale confronto auspicando nel più breve tempo possibile una soluzione che sia vantaggiosa per tutti i soggetti interessati».
Durante l’incontro, il Governo ha inoltre assicurato la disponibilità a garantire misure di tutela dell’occupazione. Il Governo, accogliendo una specifica richiesta dei rappresentanti dei lavoratori, ha inoltre assicurato il pieno coinvolgimento dei sindacati nel confronto in corso. Le parti hanno convenuto di convocare un nuovo tavolo di confronto entro i primi giorni del mese di novembre”.
Nella giornata di oggi «oltre 1000 lavoratrici e lavoratori provenienti da tutti gli stabilimenti di Acciaierie D’Italia hanno scioperato e sono venuti a Roma per manifestare insieme a delegazioni da Piombino e Terni” aveva scritto in una nota Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil» .
«Nel corso della mattina siamo stati ricevuti a Palazzo Chigi. Alla presidenza del Consiglio abbiamo detto che lo Stato deve decidere se stare con i lavoratori o lasciare andare avanti l’eutanasia del più grande gruppo siderurgico italiano. Le lavoratrici e i lavoratori, che stanno con responsabilità difendendo l’interesse generale del Paese, con lo sciopero e la manifestazione hanno ottenuto un tavolo di trattativa a Palazzo Chigi e l’apertura di una reale trattativa che verificheremo nei prossimi giorni. Per questo la mobilitazione a sostegno della vertenza continuerà unitariamente fino alla riconvocazione alla Presidenza del Consiglio entro il 7 novembre» prosegue.
E aggiunge: «Da oggi parte una mobilitazione permanente nei siti ex Ilva finché non si raggiungerà gli obiettivi fondamentali di scongiurare la liquidazione o la cessazione, di intervenire con risorse pubbliche e private per le manutenzioni ordinarie e straordinarie per mettere in sicurezza persone e ambiente. Inoltre ci sono interventi urgenti da realizzare a Genova sul carroponte, e anche a Novi Ligure, Racconigi, Legnaro (Padova), Marghera, Milano e Salerno ma soprattutto il rilancio produttivo, occupazionale a Taranto con Afo5. Il futuro della decarbonizzazione con forni elettrici e DRI è possibile solo se finiscono le speculazioni e lo sperpero di risorse pubbliche e ognuno si assume le proprie responsabilità. Al Governo chiediamo che garantisca i lavoratori».
«Per questo – conclude – è inaccettabile che presidente e amministratore delegato parlino di aziende che non esistono nella realtà. È necessario poi definire gli assetti della proprietà e della gestione degli impianti. Per questo da qui al 7 novembre ci riuniremo come segreterie nazionali di Fiom, Film e Uilm sul territorio per decidere come continuare le iniziative di mobilitazione. Non ci fermeremo».
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(foto ANSA)