Alla luce dell’impatto della guerra e al fine di stabilizzare i mercati, la Banca d’Israele ha annunciato un programma di vendita fino a 30 miliardi di dollari in valuta estera
La Banca centrale israeliana ha lasciato i tassi di interesse fermi al 4,75%. La decisione è la prima presa dall’istituto dall’attacco di Hamas del 9 ottobre.
«Lo Stato di Israele è coinvolto in una guerra dopo essere stato attaccato poco più di due settimane fa – si legge nel comunicato dell’istituto -. La guerra sta avendo vari effetti economici, sia sull’attività reale che sui mercati finanziari. La Banca d’Israele ha adottato una serie di misure politiche per affrontare la situazione. I mercati finanziari stanno funzionando e gran parte dell’attività economica continua come al solito».
Con la guerra in Israele aumentano le truffe sul web
L’economia israeliana – prosegue il comunicato – è forte, stabile e basata su solide fondamenta. In passato, ha dimostrato la sua capacità di riprendersi da periodi difficili. Prima della guerra, l’economia israeliana aveva un surplus del conto corrente, un basso rapporto debito/Pil e alte riserve di cambio.
L’attività economica in Israele si manteneva ad un livello elevato, nonostante una certa moderazione nella crescita registrata nei mesi recenti.
Usa, Biden chiede 105 miliardi per Ucraina e Israele
Il Dipartimento di Ricerca della Banca d’Israele ha ora rivisto le previsioni macroeconomiche in base alle informazioni iniziali raccolte dall’inizio della guerra. Le previsioni sono accompagnate da un’incertezza particolarmente elevata. Nell’ipotesi che la guerra si concentri sul fronte meridionale durante il quarto trimestre dell’anno, si prevede che il Pil crescerà del 2,3% nel 2023 e del 2,8% nel 2024.
Si prevede che l’impatto sull’attività economica comporterà un aumento del deficit di bilancio del governo, che raggiungerà il 2,3% del PIL nel 2023 e il 3,5% nel 2024.
Alla luce di ciò, ci si aspetta che il rapporto debito/Pil alla fine del 2024 sia del 65 percento. Dall’inizio della guerra, c’è stata una significativa ulteriore svalutazione dello shekel, oltre alla svalutazione dall’inizio dell’anno.
Alla luce dell’impatto della guerra e al fine di stabilizzare i mercati, la Banca d’Israele ha annunciato un programma di vendita fino a 30 miliardi di dollari in valuta estera e un programma di operazioni di swap fino a 15 miliardi di dollari nel mercato dei cambi.
Dalla precedente decisione sui tassi di interesse, lo shekel si è indebolito del 6,3%rispetto al dollaro, del 4% rispetto all’euro e del 4,8%in termini di tasso di cambio effettivo nominale.
Bce, Cipollone: “Con guerra Israele approccio prudente”
(foto SHUTTERSTOCK)