Il Consiglio di Stato accoglie la richiesta del Mimit. Unc: “effetto nullo sui prezzi”
Tornano i cartelli dei carburanti con i prezzi medi. Il Consiglio di Stato ha sospeso l’esecutività della sentenza del TAR del Lazio che ha annullato il decreto ministeriale sull’obbligo di esposizione da parte dei benzinai accogliendo l’istanza cautelare presentata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy.
La sentenza del Tar aveva accolto, in primo grado, il ricorso presentato da Fegica (Federazione Gestori Impianti Carburanti) e Affini, Figisc (Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti) e di alcuni gestori di pompe di benzina che sostenevano tra l’altro che il Decreto ministeriale contestato imponeva l’adempimento di obblighi (di esposizione e di aggiornamento del prezzo medio) “sproporzionati, ingiustamente afflittivi ed irragionevoli, determinando una ingiustificata e irragionevole disparità di trattamento a danno di una sola categoria di operatori (i distributori di carburante) in regime di libera concorrenza rispetto ad altri soggetti economici nelle medesime condizioni, e illegittimamente disponendo sanzioni gravose“.
Ma poi l’appello del Mimit ha ribaltato nuovamente tutto. «Il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso presentato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha disposto la sospensione degli effetti della recente sentenza del Tar del Lazio, ripristinando l’obbligo di comunicazione del prezzo medio da parte degli esercenti, una misura che prosegue quindi con le modalità già determinate, in piena continuità ed efficacia», ha annunciato il ministero con una nota.
«Al di là del balletto delle sentenze, fin dal 10 novembre abbiamo detto che i motivi del Tar erano solo formali e non di merito, per fortuna i prezzi dei carburanti non sono influenzati dalla pubblicazione del prezzo medio presso il distributore, come dimostra il fatto che dopo la sospensione del Tar del 10 novembre i prezzi sia della benzina che del gasolio hanno proseguito la loro discesa. Insomma, l’effetto di questa decisione del Consiglio di Stato sarà nullo sui prezzi, che seguiranno l’andamento dei mercati internazionali – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Perché ci sia un risultato sui prezzi serve semmai trasparenza e perfetta informazione, che non è data dalla pubblicazione di un prezzo medio regionale, che anzi è un’informazione distorta e fuorviante visto che, come sostenuto anche dall’Antitrust, un impianto risulta effettivamente in concorrenza soltanto con gli impianti situati a pochi chilometri di distanza. Di conseguenza, potrebbe facilmente verificarsi che il prezzo in una determinata zona sia sempre inferiore a quello medio regionale, che quindi costituisce un indicatore non solo poco utile al consumatore, ma ingannevole. Urge, invece, l’app carburanti che potrà finalmente indicare il distributore meno caro della zona, in un raggio o lungo un percorso definito dall’utente».
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