Tassazione delle multinazionali nei Paesi in cui si producono i profitti e non in quelli della sede legale
Al vertice del G20 che si sta svolgendo in questi giorni a San Paolo in Brasile, la lotta alla povertà è al centro della scena dopo la proposta dell’Alleanza globale contro la fame e la povertà. Il progetto potrà contare su un fondo da 79 miliardi di dollari l’anno oltre a migliori condizioni di accesso al credito e ai finanziamenti per i paesi svantaggiati.
Parallelamente il ministro delle Finanze brasiliano Fernando Haddad durante il primo incontro in calendario ha avanzato la proposta di tassare i grandi patrimoni. «Metteremo sul tavolo una proposta per la tassazione dei super-ricchi basata sulle migliori ricerche disponibili – ha dichiarato– L’agenda della tassazione della ricchezza e della progressività del reddito è essenziale per affrontare gli ostacoli economici della disuguaglianza».
Ma il meeting avrà al centro delle discussioni anche altri punti importanti e, tra questi, anche nuovi impegni sulle tasse alle multinazionali, in particolare per quanto riguarda la riallocazione dei profitti.
Nella due giorni di lavori dei ministri dell’Economia e delle Finanze e dei governatori delle banche centrali si è parlato anche dell’Inclusive framework (145 giurisdizioni) a guida Ocse e che riguarda, appunto, la riallocazione dei diritti di tassazione delle multinazionali nei Paesi in cui si producono i profitti escludendo dal computo la sede legale. Un altro punto del progetto è la tassazione la tassazione minima delle multinazionali al 15%. Concorde l’Unione Europea che si era mossa in anticipo in tal senso.
FOTO: EPA/RAJAT GUPTA