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Lavoro

Assolavoro, Baroni: “welfare e formazione per colmare il gap tra domanda ed offerta e per evitare la fuga dei talenti”

Maria Lucia Panucci
18 Maggio 2024
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“Nel 2023 l’incidenza del lavoro tramite Agenzia sull’occupazione era pari al 2,7%, con 499mila lavoratori assunti in somministrazione in media al mese. In totale nel 2023 le persone che hanno avuto almeno un contratto in somministrazione sono state circa 1 milione”

L’occupazione in Italia sta aumentando ma restano ferme le criticità sul fronte del mismatch tra domanda e offerta, su quello della bassa inclusione di giovani e donne e sulla difficoltà per quest’ultime di coniugare lavoro e famiglia. Di questo e molto altro abbiamo parlato con Francesco Baroni, presidente di Assolavoro, l’Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro.

Presidente, quante assunzioni avvengono tramite le agenzie del lavoro in Italia? Che tipo di contratti si ottengono?

«Il lavoro in somministrazione presuppone un rapporto trilaterale tra l’Agenzia che assume il lavoratore, l’impresa presso la quale il soggetto è impiegato, e il lavoratore stesso. I lavoratori in missione godono degli stessi diritti, tutele e retribuzioni dei dipendenti diretti dell’azienda, e possono essere assunti dalle Agenzie con contratti a tempo determinato o indeterminato. Nel 2023 l’incidenza del lavoro tramite Agenzia sull’occupazione era pari al 2,7%, con 499mila lavoratori assunti in somministrazione in media al mese. In totale nel 2023 le persone che hanno avuto almeno un contratto in somministrazione sono state circa 1 milione».

Chi si rivolge maggiormente alle agenzie?

«Le Agenzie per il Lavoro rappresentano un’opportunità sia per le imprese, per i servizi di ricerca e selezione sviluppati da professionisti con un know how maturato negli anni, per la formazione finalizzata e per la somministrazione di lavoro modulata in relazione alle specifiche esigenze aziendali; sia per chi cerca una occupazione o una nuova occupazione, per via dei servizi di orientamento, bilancio delle competenze, formazione e collegamento diretto con il mondo del lavoro. Tutti i servizi per chi cerca una occupazione sono naturalmente gratuiti».

Donne e giovani faticano a trovare un lavoro adeguato in Italia. Questo anche tramite le agenzie?

«Più di un occupato su due tramite Agenzia ha meno di 35 anni (il 53,6%). Chi entra nel mondo del lavoro con una Agenzia ha più rapidamente accesso a un contratto a tempo indeterminato e nel caso di scadenza di un contratto trova più rapidamente una nuova occasione. Occorre collegare sempre di più e meglio mondo dell’istruzione e mondo del lavoro. Per questa ragione abbiamo peraltro recentemente stipulato un apposito protocollo di intesa con il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, finalizzato a favorire percorsi di orientamento per un approccio al mondo del lavoro più consapevole. Anche per quanto riguarda le quote rosa nella somministrazione, possiamo notare un costante aumento negli ultimi anni, tanto da arrivare a toccare il massimo storico del quinquennio proprio nel 2023 con il 40,9% di lavoratrici donne assunte in somministrazione».

Francesco Baroni-Presidente Assolavoro (foto Ufficio stampa)

Cosa mi dice della fuga dei talenti dal nostro Paese? Come si può incentivare i più bravi ma anche i più meritevoli a rimanere nel nostro Paese?

«L’approccio dei giovani al lavoro è molto cambiato, soprattutto negli ultimi anni. Per incentivare le aziende e investire sui nostri talenti non basta più soltanto puntare su uno stipendio adeguato, che pure è fondamentale, ma serve anche una politica aziendale incentrata sul work-life balance, attenta nel coniugare i ritmi di lavoro con quelli personali. Welfare, ma anche formazione: investire in percorsi di upskilling e reskilling consente infatti alle aziende di poter valorizzare i lavoratori investendo nell’aggiornamento delle loro competenze».

Uno dei problemi del nostro Paese è sicuramente il lavoro nero. Quali i numeri ad oggi?

«In Italia nel 2021 si contano 2,85 milioni di lavoratori non regolari, l’11,3% del totale degli occupati. Senza trascurare che il 76,8% del lavoro nero si concentra nel settore dei servizi. In questo scenario le Agenzie per il Lavoro associate ad Assolavoro costituiscono da sempre un baluardo contro il lavoro irregolare, tanto che dove sono più presenti le nostre filiali è meno diffuso il lavoro nero. Come abbiamo avuto modo di ribadire anche in tutte le sedi istituzionali siamo disponibili a favorire percorsi di emersione, accompagnando le persone che provengono da condizioni di lavoro irregolare nella verifica delle competenze, nell’aggiornamento delle skills richieste e infine nell’accesso ad un lavoro regolare».

Finalmente niente più domande scomode durante i colloqui di lavoro. Mi parla del Codice da voi proposto approvato dal Garante della privacy? Quali i punti salienti? Cosa rischiano le aziende che trasgrediscono?

«Le Agenzie per il Lavoro associate ad Assolavoro puntano da sempre a tenere degli standard molto elevati sul piano etico e nel modus operandi. Il Codice di Condotta da noi proposto e ora ufficialmente approvato va proprio in questa direzione: si stabiliscono regole precise per il trattamento dei dati personali tarate sulle particolarità e sulle necessità specifiche del settore, con l’obiettivo di promuovere una corretta applicazione del GDPR, aumentare la certezza del diritto per titolari e responsabili del trattamento e rafforzare la fiducia degli interessati sui dati che li riguardano, in tutte le fasi del rapporto di lavoro, dalla ricerca e selezione alla formazione, fino all’inserimento lavorativo. Le sanzioni sono modulate in relazione alla violazione che si dovesse determinare».

Come è possibile aumentare gli occupati in Italia e come migliorare il divario, ancora persistente, uomini-donne?

«Dai dati diffusi dall’Istat nei giorni scorsi emerge in realtà che il numero di persone al lavoro sia in crescita, con 425mila occupati in più rispetto a marzo 2023. Anche per la somministrazione si registra un trend positivo, con circa 462mila lavoratori occupati tramite Agenzia a febbraio 2024, nonché un aumento dei contratti a tempo indeterminato pari al 4,7%, rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Si può senz’altro fare di più, e per questo è necessario andare a colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro con percorsi mirati di aggiornamento delle competenze. Certamente occorre anche migliorare le politiche aziendali per diminuire il divario tra uomini e donne nell’occupazione. In questo le Agenzie per il Lavoro hanno da sempre previsto solide politiche di welfare aziendale: grazie ai fondi Ebitemp le Agenzie forniscono una rete di servizi e assistenza anche per le donne lavoratrici. Solo per citare alcune delle misure di welfare: contributo per asilo nido, sostegno alla maternità, ma anche buoni libri e materiale didattico per i figli dei lavoratori in somministrazione e contributo per la retta universitaria».

L’impatto in termini di conti è importante. Basti pensare che il mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro vale un punto e mezzo di Pil, ovvero circa 27,8 miliardi di euro, secondo le stime al 2023. Ecco allora che per Baroni, per ridurre la forbice, occorre potenziare il lavoro delle donne, orientare i giovani e formarli adeguatamente per creare le competenze richieste dal mercato.

FOTO: SHUTTERSTOCK
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