«Il business forum Italia-Cina è una grande occasione per rafforzare il nostro partenariato ragionando sui punti di forza e di debolezza, su cosa ha funzionato e cosa no e per farlo con l’obiettivo comune di rendere relazioni commerciali sempre più eque e vantaggiose per tutti». Queste le parole di Giorgia Meloni al Business Forum Italia-Cina con il premier cinese Li Qiang alla Grande sala del popolo a Pechino.
La premier italiana spiega subito qual è lo scopo della sua visita in Cina: ricucire i rapporti e rilanciare la cooperazione bilaterale dopo l’uscita dell’Italia dalla Via della Seta. La visita è iniziata ieri e durerà fino al 31 agosto, facendo tappa a Pechino e Shangai.
«Le recenti visite di ministri italiani e la missione della premier Meloni in Cina mostrano la volontà di iniziare una fase nuova, di rilanciare la nostra cooperazione bilaterale. Questa visita – ha rimarcato la premier – cade nell’anno in cui ricorre il ventesimo anniversario della nostra partnership strategica globale ma anche nell’anno in cui ricorre un altro importante anniversario: sono i 700 anni dalla morte di Marco Polo, di uno tra gli italiani più grandi e forse anche di uno degli uomini che sono stati piu’ importanti perché Oriente e Occidente si incontrassero e perché ci si potesse reciprocamente conoscere e reciprocamente comprendere. E allora ha un senso proprio in questo anno rilanciare con il piano d’azione, un piano d’azione triennale, i nostri margini di cooperazione, lavorando per implementare quello che abbiamo già fatto e lavorando anche per sperimentare nuove forme di cooperazione».
L’interscambio tra Italia e Cina è cresciuto e si è assestato nel 2023 a circa 67 miliardi di euro con un ampio potenziale, ancora inespresso, ricorda la Meloni. «Non possiamo però nascondere il problema del forte squilibrio con un importante deficit per l’Italia. Si tratta di una questione di grande rilevanza che dobbiamo affrontare insieme e portare verso un progressivo bilanciamento. Su questo il Governo italiano è pronto a lavorare insieme alle autorità cinesi e al settore privato. Sono convinta che il dialogo su questo tema, sul miglioramento delle condizioni di accesso al mercato cinese e sulla tutela della proprietà intellettuale, possa produrre effetti ben più benefici di quelli che immaginiamo», ha proseguito Meloni secondo la quale ”oggi più che mai, se non vogliamo rischiare che siano irrimediabilmente compromesse pace e stabilità, abbiamo bisogno, anche nei rapporti economici e commerciali, di una strategia condivisa, basata su decisioni che non ci danneggino l’un l’altro e seguano alcuni principi di base“.
Per questo bisogna “promuovere la capacità di competere rendendo le nostre economie e le catene di produzione e approvvigionamento più resilienti agli shock, più diversificate, e in grado di generare innovazioni tecnologiche senza perdere capacità manifatturiera; liberare il potenziale del settore privato, agevolarne una crescita sana al riparo da sostegni distorsivi della concorrenza; tenere presente l’esigenza della proporzionalità, per far sì che anche gli strumenti di difesa economica siano commisurati al reale livello di rischio e non producano una compressione involontaria della libertà economica e commerciale, anche internazionale, principio che è il tratto distintivo di una democrazia e di una società aperta come l’Italia“.