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Banche

UniCredit aumenta posizione in Commerzbank al 21%

Maria Vincenza D'Egidio
23 Settembre 2024
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Chiesto l’ok Bce fino a 29,9%. UniCredit ha sottoscritto oggi strumenti finanziari aventi ad oggetto una partecipazione pari a circa l’11,5% del capitale sociale di Commerzbank

«UniCredit ha presentato istanza regolamentare per l’acquisizione di una partecipazione superiore al 10% e fino al 29,9% in Commerzbank e nel frattempo ha sottoscritto nella giornata di oggi strumenti finanziari aventi a oggetto una partecipazione pari a circa l’11,5% del capitale sociale della banca tedesca».

Lo annuncia l’istituto in una nota, precisando che «il relativo regolamento in azioni può avvenire solo subordinatamente all’ottenimento delle relative autorizzazioni». La posizione complessiva di UniCredit in Commerzbank pertanto ha raggiunto circa il 21%.

L’Ad Andrea Orcel sottolinea che «la maggior parte dell’esposizione economica di UniCredit è oggetto di copertura, al fine di assicurare piena flessibilità di rimanere a questo livello, cedere la partecipazione, con una copertura in caso di ribassi, o incrementarla ulteriormente, in funzione dell’esito delle interlocuzioni con Commerzbank, i suoi consigli di gestione e di sorveglianza e, più in generale, tutti i suoi stakeholder in Germania».

«UniCredit ritiene che ci sia un significativo potenziale di creazione di valore che possa essere estratto in Commerzbank, sia in uno scenario standalone che in UniCredit, a beneficio dell’intera Germania e di tutti i suoi stakeholder. Ciononostante – puntualizza – come avvenuto per UniCredit stessa, lo sviluppo di tale potenziale richiede l’adozione di azioni concrete».

UniCredit Spa ha comunicato lunedì di aver presentato istanza regolamentare per l’acquisizione di una partecipazione superiore al 10% e fino al 29,9% in Commerzbank.

Nel frattempo, UniCredit ha sottoscritto in data odierna strumenti finanziari aventi ad oggetto una partecipazione pari a circa l’11,5% del capitale sociale di Commerzbank. Il relativo regolamento in azioni può avvenire solo subordinatamente all’ottenimento delle relative autorizzazioni, fa sapere la società in un comunicato.

La posizione complessiva di UniCredit, unitamente alla partecipazione del 9% circa comunicata in precedenza, ha quindi raggiunto circa il 21%.

La maggior parte dell’esposizione economica di UniCredit è oggetto di copertura, al fine di assicurare piena flessibilità di rimanere a questo livello, cedere la partecipazione, con una copertura in caso di ribassi, o incrementarla ulteriormente, in funzione dell’esito delle interlocuzioni con Commerzbank, i suoi consigli di gestione e di sorveglianza e, più in generale, tutti i suoi stakeholder in Germania.

«UniCredit ritiene che ci sia un significativo potenziale di creazione di valore che possa essere estratto in Commerzbank, sia in uno scenario standalone che in UniCredit, a beneficio dell’intera Germania e di tutti i suoi stakeholders. Ciononostante, come avvenuto per UniCredit stessa, lo sviluppo di tale potenziale richiede l’adozione di azioni concrete», prosegue la banca.

In linea con quanto evidenziato nel recente rapporto della Commissione Europea, si legge ancora nella nota, «UniCredit condivide la convinzione che una forte unione bancaria in Europa possa svolgere un ruolo cruciale per il successo economico dell’intero continente e, attraverso quest’ultimo, di ciascun paese. Inoltre, la crescita e la competitività del sistema bancario tedesco sono fondamentali sia per l’economia tedesca che per l’Europa nel suo complesso».

«La recente mossa di UniCredit su Commerzbank mette in luce due aspetti cruciali per l’integrazione economica europea. L’Europa promuove da tempo l’idea di un mercato unico integrato, ma il nazionalismo economico emerge chiaramente quando sono in gioco interessi strategici. Eventi come la possibile acquisizione di Commerzbank da parte di UniCredit, o i precedenti casi Fincantieri-STX France e Vivendi-Mediaset, dimostrano che i paesi membri tendono a reagire con protezionismo quando aziende nazionali rischiano di passare sotto il controllo di entità straniere, anche se queste provengono da altri paesi UE. Questo dimostra che, nonostante i progressi, esistono ancora barriere nazionali difficili da superare», ha commentato Gabriel Debach, market analyst di eToro, che fa una riflessione su quanto sia ancora labile parlare di risiko europeo in qualsiasi settore

«La mancanza di grandi player europei capaci di sfidare le potenze statunitensi è evidente. Se JPMorgan Chase, la prima banca americana per capitalizzazione, vale circa 600 miliardi di dollari – continua Debach – la principale banca del mercato unico europeo (escludendo il Regno Unito) è la francese BNP Paribas, che si colloca solo al 22º posto a livello globale con un valore di circa 81,7 miliardi di dollari. Questo gap dimostra l’importanza di incentivare le aggregazioni transnazionali». 

«L’Europa ha l’opportunità di rafforzare la propria competitività globale, promuovendo la creazione di campioni finanziari europei. Superare il protezionismo e collaborare verso un sistema più integrato sono passi fondamentali. Come disse Massimo d’Azeglio: “Abbiamo fatto l’Europa, ora dobbiamo fare gli europei.” Agire come un’unica entità è l’unica via per garantire un futuro competitivo a livello globale», conclude l’analista di eToro.

 

FOTO: Ansa
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