Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca,Jake Sullivan, ha difeso il ricorso dell’amministrazione del presidente Joe Biden a dazi e altre misure tariffarie nei confronti della Cina, definendo queste ultime uno strumento necessario per rispondere alle pratiche commerciali scorrette della prima potenza asiatica.
Prendendo la parola durante un evento organizzato dal think tank Brookings Institution a Washington, a circa due settimane dalle elezioni presidenziali del 5 novembre, Sullivan ha espresso il proprio sostegno alla politica dei dazi intrapresa dall’ex presidente Donald Trump, e poi proseguita dall’amministrazione Biden.
Secondo Sullivan, l’approccio dell’amministrazione presidenziale in carica costituisce un ritorno alla “tradizione” della politica estera Usa, basata a suo dire sul concetto di “interesse personale giustamente compreso”: una locuzione coniata dal filosofo, politologo e sociologo francese Alexis de Tocqueville, e successivamente utilizzata per descrivere la conciliazione di interessi individuali e bene comune da parte della politica Usa.
Secondo Sullivan, tornare a valorizzare questo principio è essenziale per affrontare «le realtà dell’attuale contesto geopolitico in modo tale non solo da preservare le forze dall’America, ma anche di lasciarle in eredità alle generazioni che verranno».
Secondo il funzionario, gli Usa si stanno allontanando da politiche che non contemplavano le sfide poste dalla competizione con la Cina: «La Repubblica Popolare Cinese produce assai più della sua domanda interna, scaricando l’eccesso sui mercati globali a prezzi artificialmente bassi, portando al fallimento i produttori manifatturieri di tutto il mondo e causando strozzature nelle catene di fornitura», ha accusato Sullivan.
«Per scongiurare un secondo shock cinese, abbiamo dovuto agire. E’ questa considerazione ad aver guidato le nostre decisioni in merito alle 301 tariffe all’inizio di quest’anno», ha aggiunto il consigliere per la Sicurezza nazionale, riferendosi alla decisione assunta lo scorso maggio dalla Casa Bianca di mantenere in vigore i dazi a carico di importazioni cinesi dal valore stimato in 300 miliardi di dollari.
Nelle ultime settimane la vicepresidente Kamala Harris, candidata alla Casa Bianca del Partito democratico, ha evitato di affrontare direttamente la questione dei dazi alla Cina, pur accusando Trump di voler imporre tramite ulteriori tariffe una tassa sui consumi ai cittadini americani.