Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat nel terzo trimestre 2024 il Pil è rimasto stazionario rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,4% su base annua.
Il terzo trimestre del 2024 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2023.
La variazione acquisita per il 2024 è pari a 0,4%.
«Il Paese è fermo! Con una variazione acquisita per il 2024 pari allo 0,4% l’obiettivo di avere una crescita per l’anno in corso dell’1% è diventato ormai un miraggio – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Peraltro a salvarci da un ribasso del Pil è solo il settore terziario, probabilmente trascinato dal turismo e, quindi, destinato a ridimensionarsi nel quarto trimestre. Preoccupante invece, in prospettiva, la forte riduzione dell’industria».
«Nell’economia italiana sembra che il motore sia acceso, ma l’auto non si muova. Il PIL è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente (rispetto ad attese di un progresso dello 0,2%, con una crescita annuale dello 0,4%. I servizi reggono il timone, ma l’industria e l’agricoltura sono un freno importante. Anche la domanda interna ha dato un piccolo contributo, ma non abbastanza da far partire la ripresa. Il vero problema è che senza investimenti robusti (come se il PNRR non lo sia) e una spinta sulle esportazioni, sarà difficile cambiare marcia – spiega Gabriel Debach, market analyst di eToro. – L’Italia, come la Germania, deve uscire dall’impasse. A differenza di Francia e Spagna, che riescono ad appoggiarsi sulla domanda interna per alimentare la crescita, Roma fatica a trovare slancio. Se non si interviene con misure strutturali, il rischio è di restare intrappolati in una crescita intermittente, dove ogni piccolo passo avanti è seguito da una battuta d’arresto. Come in Germania, l’Italia paga un contesto globale sfidante, con il comparto auto in panne, la domanda estera fiacca e investimenti in calo».