Il Mef mette sul mercato la terza tranche di quote MPS nel portafoglio del Tesoro. Tramite Accelerated bookbuilding infatti, è stato messo sul mercato il 7% del capitale della banca. Dopo questa scelta, quindi, il Governo arriva sotto il 20% voluto da Bruxelles (19,9% per la precisione) dall’attuale 26,9%
Inoltre il vantaggio per l’esecutivo potrebbe anche essere economico. Infatti dopo il miliardo e 600 milioni investiti due anni fa per un aumento di capitale, il ritorno attuale potrebbe essere di circa 450 milioni di euro oltre ai 920 milioni di un anno fa e ai 650 del marzo di quest’anno.
Al terzo collocamento di azioni Mps da parte del Mef (88,2 milioni di azioni pari al 7% del capitale) partecipano anche Banco Bpm (primo azionista con il 22% del capitale) e Anima (già presente conl’1%) con una quota aggregata pari al 9% del capitale. Da contare anche il 3,5% del gruppo Caltagirone. Da qui le speculazioni che parlano di prove per la creazione di un terzo polo bancario. Banco Bpm fa sapere l’operazione “si inserisce nel contesto più ampio dell’offerta pubblica di acquisto” sull’asset manager “ed è coerente con la strategia del gruppo di rafforzamento delle proprie fabbriche prodotto”. Anima, invece, attraverso Alessandro Melzi d’Eril, spiega che “ha come priorità il rafforzamento delle relazioni strategiche” con i suoi partner e quella con Mps “è fonte di grande soddisfazione per i traguardi raggiunti” negli ultimi 15 anni e di entusiasmo per le prospettive di crescita futura”.
La chiusura è arrivata alla vendita de 15% del capitale per effetto, di una domanda “pari a oltre il doppio dell’ammontare iniziale” come confermano fonti Mef. Saldo del collocamento: 1,1 miliardi mentre il saldo di quelli precedenti arriva a 2,7 miliardi. Il tutto mentre in portafoglio resta una quota dell’11,7% che potrebbe valere circa 800 milioni.