Il boom dei farmaci anti obesità dagli Stati Uniti è arrivato fino all’Italia conquistando personaggi di spicco ma portando con sé anche varie conseguenze.
Tra i principi attivi più conosciuti c’è l’Ozempic e gli altri farmaci a base di semaglutide (Ozempic e Wegovy per Novo Nordisk e Mounjaro e Zepbound per Eli Lilly ledue aziende principali nel settore). In particolare Novo Nordis, forte di un successo mondiale per farmaci che in realtà erano nati per la cura del diabete, per il 2029 ha in preventivo investimenti per otto miliardi di dollari per la costruzione di nuovi impianti e assunzioni di personale specializzato. La prima conseguenza a livello economico si è vista sull’intera nazione che ospita la produzione del farmaco, la Danimarca, che ha registrato un alleggerimento del carico fiscale anche grazie al gettito prodotto dall’aumento degli introiti della ditta farmaceutica.
Ma la diffusione e la pubblicità per questi nuovi farmaci si è rivelato un punto a favore anche dell’americana Eli Lilly che come la sua antagonista ha visto aumentare i suoi introiti sia in termini di fatturato che di performance azionarie. La posta in gioco è alta, infatti si tratta di un mercato che potrebbe raggiungere i 100 miliardi di dollari entro il 2030 e che vede le due protagoniste del mercato, Ely Lilly e Novo Nordisk entrare tra le 11 aziende di maggior valore al mondo alle spalle di nomi come Tesla, Visa, JpMorgan Chase ed LVMH. La conferma della nuova vita dei due marchi arriva anche dai numeri. In primis quelli della capitalizzazione. In sei mesi Novo Nordisk, oltre ai 394 miliardi di euro registrati al 5 settembre, vantava un rialzo azionario del 38%, un +36% sui ricavi e + 60% gli utili. Non da meno il rally delle vendite di Eli Lilly salite del 28% sullo sfondo di un utile netto del 18% e un +24% di rialzo delle quotazioni azionarie nel giro di sei mesi.
A dare una mano al grande successo dei farmaci anti obesità è è stato l’uso che ne hanno fatto le grandi celeb d’oltreoceano, a cominciare dalle Kardashian per passare ad Elon Musk. Un fattore che, non più dettato da necessità mediche ma da puri canoni estetici, ha portato il fenomeno della magrezza come status symbol nuovamente sotto i riflettori cambiando, tra le altre cose, le priorità di nuovi canoni estetici che vedono come unico canone positivo la magrezza. A maggior ragione in un’epoca caratterizzata da ideali come le numerose politiche per la body positivity che, a quanto pare, potrebbero non aver ottenuto il risultato sperato. Purtroppo, però, proprio questo successo ha portato ad un aumento della domanda dei vari farmaci, a tutto discapito di chi è affetto da diabete, tanto che ne viene segnalata carenza cronica almeno fino a fine anno.
Una serie di conseguenze che investono anche il tessuto sociale. Un esempio è quanto sta accadendo in Gran Bretagna dove due terzi degli abitanti devono combattere contro obesità e sovrappeso, tutti fattori che sul lungo periodo hanno aggravato una già pesante crisi del servizio sanitario pubblico. Il trattamento delle patologie legate all’obesità, infatti, ha portato ad una spesa che supera gli 11 miliardi di sterline. Per questo motivo il governo sembra essere orientato verso una strategia finora mai sperimentata, quella di fornire ai disoccupati affetti da obesità farmaci iniettabili per la perdita di peso con lo scopo di facilitare il reinserimento nel mondo del lavoro. Il piano che si basa su una serie di studi della durata di 3 anni, potrebbe prevedere investimenti per circa 279 milioni di sterline da parte di Eli Lilly e portare benefici a circa 250.000 persone.