Skype ha rapidamente sconvolto il settore delle linee telefoniche fisse dei primi anni 2000, e ha reso l’azienda un nome familiare con centinaia di milioni di utenti al suo apice. Nel 2011 contava circa 150 milioni di utenti mensili; nel 2020 invece solo 23 milioni.
Skype chiude definitivamente i battenti il prossimo maggio. È stata Microsoft ad annunciare il ritiro dell’app dalla comunità mondiale: un servizio di chiamate via Internet, vecchio di due decenni, che ha ridefinito il modo in cui le persone si connettono attraverso i confini.
La chiusura di Skype aiuterà Microsoft a concentrarsi sul suo servizio Teams, semplificando le sue offerte di comunicazione, ha dichiarato venerdì il gigante del software.
La rivoluzione delle chiamate
Fondata nel 2003, le chiamate audio e video a basso costo di Skype hanno rapidamente sconvolto il settore delle linee telefoniche fisse, nei primi anni 2000, e hanno reso l’azienda un nome familiare, con centinaia di milioni di utenti al suo apice.
Dal suo lancio la piattaforma ha aperto la strada alle chiamate vocali via internet, diventando rapidamente un servizio di riferimento per milioni di utilizzatori. Con il suo sistema che permetteva di parlare gratuitamente con altre persone in tutto il mondo, Skype ha conquistato una larga fetta di mercato e ha facilitato la comunicazione tra amici, familiari e colleghi.
Nel 2011, Microsoft ha investito la somma record di 8,5 miliardi di dollari per acquisire il servizio, un’operazione che in quel periodo sembrava visionaria e strategica, considerato il crescente uso di internet a fini comunicativi.
Tuttavia, nel tempo, Skype ha mostrato segni di cedimento. Nonostante gli sforzi dell’azienda per integrare il servizio all’interno di Windows e persino in Xbox, la piattaforma non è riuscita a rimanere competitiva.
Le crescenti aspettative degli utenti richiedevano continui aggiornamenti, innovazioni e funzionalità moderne che Skype non è riuscito a fornire, portando alla sua rapida obsolescenza rispetto ai suoi concorrenti.
Negli ultimi anni, però, la piattaforma ha faticato a tenere il passo con rivali più semplici da usare e più affidabili, come Zoom e Slack di Salesforce.
Il declino è dovuto in parte al fatto che la tecnologia di base di Skype non era adatta all’era degli smartphone.
Il colpo fatale della pandemia
La pandemia di Covid-19 ha messo in evidenza il potenziale delle piattaforme di comunicazione, eppure Skype ha fallito nel capitalizzare questa opportunità. In un momento in cui la comunicazione a distanza era più critica che mai, il servizio ha perso terreno a favore di applicazioni più rapide e agili, come Zoom, WhatsApp e Microsoft Teams.
Questi competitor erano in grado di fornire un’esperienza più fluida e user-friendly, portando gli utenti a migrare verso soluzioni più moderne e solide.
Quando la pandemia e il lavoro da casa hanno alimentato la necessità di chiamate aziendali online, Microsoft ha puntato tutto su Teams, integrandolo in modo aggressivo con altre applicazioni di Office per attrarre gli utenti aziendali, un tempo base importante anche per Skype.
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Per facilitare la transizione dalla piattaforma, gli utenti potranno accedere gratuitamente a Teams su qualsiasi dispositivo, utilizzando le loro credenziali esistenti, con la migrazione automatica di chat e contatti.
La scelta di Microsoft di abbandonare Skype, riorientando le risorse verso Teams, appare allora come la naturale conseguenza di un processo di lenta erosione. Teams, progettato inizialmente per l’ambiente lavorativo, ha trovato terreno fertile tra i consumatori, assumendo così il ruolo di sostituto di Skype.
Addio Skype
In questo modo, Skype diventerà l’ultima di una serie di scommesse ad alta quota che Microsoft ha gestito male, come il browser Internet Explorer e il suo Windows Phone. Quando Microsoft ha acquistato Skype nel 2011 per 8,5 miliardi di dollari, il suo più grande affare dell’epoca, il servizio aveva circa 150 milioni di utenti mensili; nel 2020, quel numero era sceso a circa 23 milioni, nonostante una breve ripresa durante la pandemia.
Venerdì 28 febbraio Microsoft ha dichiarato che “Skype è stata parte integrante della creazione di comunicazioni moderne. Siamo onorati di aver fatto parte di questo viaggio”.
Un’eredità che passa a Teams
Tra i motivi del declino di Skype vi è senza dubbio la crescente difficoltà tecnica mostrata dalla piattaforma.
La versione recente dell’app è fondamentalmente realizzata su tecnologie web, presentando frequenti problemi di sincronizzazione e notifiche poco affidabili. Inoltre, la mancanza di supporto per Windows on ARM, una tecnologia promossa dalla stessa Microsoft, ha aumentato il senso di abbandono associato a Skype.
Con i numerosi sforzi da parte dell’azienda per dirottare l’attenzione su Teams, l’addio a Skype sembra un epilogo inevitabile.
La transizione verso Teams è contrassegnata anche da un miglioramento della user experience e dall’introduzione di nuove funzionalità, che alimentano la speranza per un futuro di comunicazione sempre più integrata e accessibile.
Tentativi di rilancio poco efficaci
Malgrado i tentativi di Microsoft di rilanciare Skype, come l’introduzione di nuove funzionalità e aggiornamenti dell’interfaccia, questi apparivano insufficienti per risollevare il servizio.
Tra il 2022 e il 2024, sono state lanciate caratteristiche come Skype Clips per consentire la condivisione di messaggi video, ma la risposta degli utenti non è stata entusiasta. L’aggiornamento più significativo risale a maggio 2024, e la chiusura del servizio Skype Number preannunciava già la conclusione imminente della piattaforma.
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Le innovazioni non sono state percepite come una vera strategia di rilancio, ma piuttosto come un tentativo di mantenere in vita un servizio che stava perdendo rapidamente rilevanza. La frustrazione degli utenti è cresciuta, evidenziando un disallineamento tra le aspettative e le offerte del servizio.
Una lezione per l’industria tech
La storia di Skype diventa un monito per i colossi della tecnologia: rimanere stagnanti può portare alla perdita di spazio nel mercato, indipendentemente dalla storia e dal prestigio di un marchio. Più recentemente, servizi come WhatsApp, Telegram e Discord hanno saputo adattarsi e rispondere alle esigenze dell’utenza, conquistando progressivamente quote di mercato che un tempo erano di Skype.
Anche se Microsoft non ha confermato ufficialmente la chiusura imminente, le evidenze raccolte e il messaggio trovato nel codice lasciano intravedere il futuro prossimo di Skype. Questo addio segna un importante passaggio nella comunicazione digitale: un tempo, avere la possibilità di comunicare gratuitamente a distanza era una novità straordinaria.