Come da previsioni la BCE, per la quinta volta consecutiva di alleggerimento della politica monetaria, ha nuovamente tagliato i tassi di interesse di un quarto di punto portando il tasso di riferimento al 2,5%. Praticamente da settembre 2024 sino ad oggi il costo del denaro in Area Euro è sceso di 1,25 bp. Evidentemente la politica monetaria sta diventando meno rigorosa poichè la contrazione dei tassi rende meno cari i nuovi finanziamenti a privati ed aziende e così il credito allunga il passo. Punto di riferimento rimane l’inflazione allineata alle previsioni con l’indice dei prezzi al dettaglio quotato mediamente intorno al 2,3% nell’anno in corso, all’1,9% nel prossimo anno e al 2% tra due anni.
Da oggi però entriamo in una fase di insicurezza rispetto alle ultime settimane. E’ previsto un calo dei tassi di circa mezzo punto percentuale entro la fine del 2025 ma con decisioni spalmate nel tempo. Occorrerà capire l’impatto che le nuove congiunture economiche avranno sulla politica monetaria a cominciare dal conflitto sui dazi avviato dalle nuove tariffe imposte da Trump. Un sistema di sbarramento all’ingresso sovrapposto sui due lati dell’oceano potrebbe dare avvio a nuovi sussulti inflazionistici.
Francesco Megna-autore del pezzo
Ad oggi comunque le decisioni in materia di politica monetaria rivelano che le decisioni verranno prese di volta in volta in base ai dati soprattutto sull’analisi di aspettative ed inflazione. Secondo la Banca Centrale Europea l’inflazione di fondo dovrebbe stabilizzarsi intorno al 2% nel medio periodo. Non preoccupa la circostanza che l’inflazione interna rimanga alta: ciò è dovuto soprattutto a stipendi e prezzi che in alcuni settori si stanno allineando al recente aumento ma sono circostanze che si stanno affievolendo. Per quanto invece riguarda la crescita le previsioni indicano un 1% per il 2025, 1,3% per il 2026 e 1,3% l’anno successivo.
Parallelamente il calo dei tassi ha un impatto positivo sulle rate dei mutui. Prosegue il trend al ribasso dell’Euribor mentre il tasso medio sui mutui a tasso variabile a 20 e 30 anni dovrebbe attestarsi intorno al 3,4% contro un 3,70% di oggi. A titolo di esempio, per un mutuo ventennale di 150m euro il recente taglio dei tassi di interesse genera un risparmio di circa 20 euro al mese e di circa 5.000 euro sull’intero piano di ammortamento. Il tasso fisso vince sempre con una media del 2,85% a Febbraio e migliori offerte intorno al 2.35%.
DI FRANCESCO MEGNA
Esperto di Finanza ed Economia