Negli ultimi tempi, soprattutto online, si parla sempre più spesso di old money e loud money. Due espressioni nate nel mondo anglosassone, ma che si sono rapidamente diffuse anche in Italia, soprattutto tra i più giovani. Dietro queste etichette si nascondono due stili di vita e due modi molto diversi di intendere il rapporto con il denaro, i consumi e l’apparenza.
Il fascino discreto dell’Old Money
L’universo dell’old money ruota attorno a un’idea di ricchezza silenziosa, tramandata nel tempo, legata a famiglie che hanno costruito il proprio patrimonio generazione dopo generazione. In questo immaginario, il lusso non è mai gridato: si esprime nella qualità dei materiali, nella sobrietà degli abiti, nella compostezza dei gesti.
Lo stile si rifà a canoni classici: blazer blu, camicie sartoriali, mocassini ben lucidati, pull in cashmere dai toni neutri. In Italia, è uno stile che si può ritrovare in ambienti come quello di Cortina d’Ampezzo o di alcuni circoli esclusivi milanesi. Brand come Loro Piana, Brunello Cucinelli o Caruso incarnano perfettamente questo approccio all’eleganza: niente loghi vistosi, ma un’estrema cura per il dettaglio.
La tendenza è stata rilanciata da serie TV come Succession e da figure pubbliche come Sofia Richie, ma anche in Italia si riconosce in personalità come Lavinia Biagiotti o in famiglie storiche dell’industria e della moda, come gli Agnelli–Elkann. Su TikTok, la cosiddetta old money aesthetic ha raccolto milioni di visualizzazioni, ispirando outfit, moodboard e consigli di stile.
Loud Money: meglio dire le cose come stanno
Dall’altra parte c’è il loud money, ovvero una nuova corrente che punta tutto sulla trasparenza, sulla libertà di dire “non me lo posso permettere” senza vergogna. È una reazione all’apparenza obbligata dell’ostentazione: in un mondo dove tutti sembrano vivere vite da copertina, soprattutto sui social, sempre più giovani rivendicano il diritto di dire no, di darsi un budget e rispettarlo.
L’espressione loud budgeting è stata resa popolare da Lukas Battle, comico statunitense che ha pubblicato su TikTok un video virale a fine 2023, spiegando che è “il contrario del quiet luxury”. L’idea ha trovato terreno fertile in una generazione cresciuta in un clima di precarietà economica, caro vita e incertezza. La parola d’ordine? Onestà.
In Italia, esempi di questa filosofia si possono osservare in progetti come Spirito Critico su Instagram o nei podcast finanziari per under 30, dove si parla apertamente di quanto si guadagna, di come si risparmia e del perché non si esce tutte le sere. Anche nel look, il loud money si fa notare: capi streetwear, colori accesi, loghi evidenti, magari ottenuti con sacrifici che si rivendicano con orgoglio. Balenciaga, Off-White e Supreme sono marchi associati a questa estetica, ma anche brand italiani come GCDS o Palm Angels ne abbracciano lo spirito provocatorio.
Due visioni (molto diverse) del denaro
Old money e loud money non sono solo modi di vestire o postare su Instagram: sono due filosofie di vita. La prima si muove nella continuità, nel privilegio consolidato, nel controllo. La seconda nella rottura, nella rivendicazione del diritto alla scelta, anche se impopolare.
In un’epoca dove i confini tra apparenza e realtà sono sempre più sfumati, questi due approcci raccontano molto delle tensioni sociali contemporanee: tra chi il denaro lo ha sempre avuto e chi deve costruirselo, tra chi può permettersi di essere discreto e chi invece ha bisogno (o voglia) di dichiarare ogni traguardo.
E mentre la moda e il costume si rincorrono tra opposti, resta il fatto che oggi anche il modo in cui si parla di soldi – o si decide di non parlarne – è diventato parte integrante dell’identità personale.
(foto ANSA)