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Economia

Fase 2, parla Colao: “Apertura ad ondate per testare il sistema”

Matteo Valléro
29 Aprile 2020
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[:it] Il capo della task force in un’intervista al Corriere spiega cosa avverrà dal 4 maggio Aperture scaglionate, progressive per testare il sistema. Parla così in una intervista al Corriere della Sera […]

[:it]

Il capo della task force in un’intervista al Corriere spiega cosa avverrà dal 4 maggio

Aperture scaglionate, progressive per testare il sistema. Parla così in una intervista al Corriere della Sera il capo della task force per la fase 2 Vittorio Colao, in vista dell’inizio del periodo di convivenza con il virus. “Dal 4 maggio rimettiamo al lavoro quattro milioni e mezzo di italiani, tra costruzioni, manifattura, servizi collegati, ovviamente nel rispetto dei protocolli. Molti sono già partiti lunedì, anche se questo nella comunicazione si è un po’ perso – ha spiegato. – Ne rimangono due milioni e 700 mila, più la pubblica amministrazione. È una base per poter fare una riapertura progressiva e completa. Sarà un test importante. Dipenderà dai buoni comportamenti. Un’apertura a ondate permette di verificare la robustezza del sistema“.

Il manager parla di “tre precondizioni” da monitorare: il controllo giornaliero dell’andamento dell’epidemia, la tenuta del sistema ospedaliero, la disponibilità di mascherine, gel e altri materiali di protezione.

E per evitare che nel nostro Paese possa replicarsi quanto sta avvenendo in Germania, dove le riaperture hanno significato un nuovo aumento dei contagi, Colao ha le idee molto chiare: “Se l’epidemia riparte “l’approccio non dovrà essere nazionale e neppure regionale, ma microgeografico: occorre intervenire il più in fretta possibile, nella zona più piccola possibile. Abbiamo indicato al Governo un processo – prosegue il dirigente d’azienda. – Dovremo rispondere diversamente, per non penalizzare le zone che hanno meno casi. L’importante è che l’Italia si doti di un sistema per condividere le informazioni in modo che la risposta sia tempestiva”.

Uno strumento utile nella Fase 2 sarà proprio Immuni, l’app di tracciamento dei contatti che dovrebbe servire a tenere sotto controllo i contagi. “L’app potrà servire se arriva in fretta, e se la scarica la grande maggioranza degli italiani – ha continuato Colao. – È importante lanciarla entro la fine di maggio, se quest’estate l’avremo tutti o quasi, bene. Altrimenti servirà a poco”. E sulla privacy nessun timore: “Non è stato scelto il sistema centralizzato, che manteneva l’identità di tutti i contatti. È stata scelta l’altra soluzione, quella Apple-Google. I contatti stanno solo sui telefonini delle persone. Quando scopro di essere contagiato, sono io che metto dentro un codice, che rilascia una serie di codici alle persone con cui sono entrato in contatto. Tutto avviene in modo anonimo”.

E per far ripartire il Paese il numero uno della task force non ha dubbi: serve liquidità alle imprese e misure mirate in tutti i comparti produttivi e sociali. “Siamo divisi in sei gruppi di lavoro, che coprono tutte le parti produttive e sociali: aziende, istruzione, turismo, cultura, famiglie, pubblica amministrazione – ha sottolineato. – Abbiamo l’opportunità di fare in ognuno di questi campi cose che avrebbero richiesto molto più tempo. Mai lasciarsi sfuggire una crisi”.

E alla domanda se lui sarà il nuovo premier la risposta smorza qualsiasi gossip al riguardo. “Non ho nessuna intenzione di fare politica. Mi è stato chiesto di aiutare a gestire una fase complicata, con un gruppo di persone esperte di diverse materie”, ha concluso.

di: Maria Lucia PANUCCI[:]

Business24™ - testata giornalistica del Gruppo Editoriale World Vision s.r.l.
Dir. resp.le: Maria Lucia Panucci

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