
Natalità delle imprese -30%
L’autotrasporto italiano ha perso 1,8 miliardi per il Coronavirus. Hanno perso le imprese che hanno fermato completamente i veicoli industriali ma anche quelle che hanno continuato a lavorare, perché molte non sono riuscite i bilanciare i carichi. Inoltre, chi ha lavorato ha dovuto anticipare tutte le spese, mentre numerosi committenti hanno ritardato i pagamenti. A dirlo sono i dati di Conftrasporto-Confcommercio di marzo aprile che sottolineano come il settore abbia continuato a lavorare spesso anche in perdita, “non riuscendo a controbilanciare il viaggio di andata (carico) con quello di ritorno (vuoto)“.
Secondo le rilevazioni di Conftrasporto infatti è stata interrotta la tendenza positiva nei tempi di pagamenti rilevata negli ultimi tre anni e due imprese su tre interpellate dall’associazione dichiarano ritardi nei primi mesi del 2020, mentre il 60% certifica una grave mancanza di liquidità. Sul versante dell’occupazione la pandemia ha causato una perdita di 370 milioni in retribuzioni e contributi, coperta solo in parte dagli ammortizzatori sociali.
Secondo Conftrasporto, l’apertura di alcune attività di autotrasporto ha ridotto il tasso di mortalità delle imprese nel breve termine, ma nello stesso tempo la diminuzione complessiva della domanda di autotrasporto ha ridotto rapidamente il tasso di natalità. “Se la situazione dovesse permanere anche nel prossimo trimestre, il saldo demografico delle imprese potrebbe avere effetti permanenti sulla tenuta del settore”, scrive la confederazione.
Per questo Conftrasporto ribadisce la richiesta di risorse per le aziende. “Il Governo deve attivarsi per far sì che i committenti paghino nei tempi previsti, il sistema bancario faciliti l’accesso al credito, la committenza eviti di speculare sulle spalle degli autotrasportatori rivedendo al ribasso le tariffe, e soprattutto garantire forme dirette di finanziamento anche a fondo perduto al settore, mancata fino ad ora”, ha precisato il vice-presidente Paolo Uggè.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]