
Molti si aspettano un aumento di acquisti di titoli di Stato per altri 500 miliardi
C’è grande attesa per la riunione del direttivo della Banca centrale europea che oggi, per dirla alla “Conte”, potrebbe aumentare la “potenza di fuoco” del Pandemic Emergency Purchase Programme (Pepp), il piano straordinario di acquisto di asset per dare liquidità e stabilità al sistema lanciato a marzo dalla Bce, di altri 500 miliardi di euro.
“Se due mesi fa discutevamo di un’Europa che non c’era, dopo due mesi siamo su una strada differente“, ha commentato il ministro per gli Affari europei, Enzo Amendola, l’imponente programma di acquisto titoli sui mercati da parte della Bce. Ebbene, in 8 settimane di Pepp l’Eurotower ha già acquistato 37,4 miliardi di titoli di Stato italiani. Nell’ambito del Qe, a maggio, sono invece nettamente scesi a 2,853 miliardi di euro gli acquisti di titoli del settore pubblico italiano effettuati dalla Bce e ad aprile erano stati 10,919 miliardi.
Oggi, nella prima riunione dopo la sentenza di Karlsruhe del 5 maggio che ha giudicato il Qe parzialmente incostituzionale (leggi qui per approfondire), gli occhi degli investitori sono quindi tutti puntati su Francoforte per capire come si muoverà. Se alcuni analisti propendono per un rinvio delle decisioni alla riunione del 16 luglio o addirittura del 10 settembre, la maggior parte si aspetta un aumento degli acquisti di almeno 500 miliardi e una possibile estensione temporale di 6-9 mesi che porterebbe la durata del programma alla metà del 2021. “Un Pepp da 1.250 miliardi fino a giugno 2021 -assicurano gli analisti – confermerebbe l’attuale fase positiva delle Borse europee, tornate ai livelli pre-lockdown, grazie soprattutto alla proposta di Recovery Fund europeo da 750 miliardi di euro lanciata dalla commissione Ue” (guarda qui per approfondire).
Facendo un paio di conti, c’è da dire che un ampliamento del programma appare, di fatto, inevitabile. Da quando è partito il programma pandemico infatti gli acquisti medi settimanali di titoli sono stati pari a circa 20,5 miliardi di euro e, a questo ritmo, la dotazione di 750 miliardi terminerebbe troppo presto, giusto il tempo dell’estate. Riguardo all’entità, un incremento inferiore ai 500 miliardi di euro secondo gli analisti deluderebbe i mercati ma non si può escludere del tutto anche perché la presidente Christine Lagarde ne ha combinate diverse in questi mesi, che hanno rilanciato a ribasso i vari titoli.
Riguardo alla durata del Pepp, al centro della questione vi è un ulteriore allentamento delle regole sull’acquisto dei titoli sovrani e corporate di Stati e aziende che dovessero subire dei downgrade da parte delle agenzie di rating. Attualmente la Bce ha detto che, a garanzia delle operazioni di rifinanziamento, fino a settembre 2021, accetterà dalle banche collateral bond con rating fino a BB, se fino al 7 aprile gli emittenti avevano un rating pari o superiore a BBB-, con possibilità di ammettere collaterali in titoli di paesi con rating non investment grade come la Grecia. Questo allo scopo di evitare gli effetti deleteri sul credito derivanti da un eventuale downgrade dei rating. Oggi questo scudo potrebbe essere ulteriormente rafforzato, specie a livello corporate.
Sempre oggi si attendono le stime di crescita dell’economia e quelle sull’inflazione. Christine Lagarde ha già anticipato che le nuove previsioni per quest’anno saranno tra il -8% (scenario medio) e il -12% (scenario peggiore), pronosticando per il 2020 una contrazione in Europa intorno al 10% (leggi qui). L’ipotesi più probabile è che le attuali stime sull’inflazione siano riviste al ribasso, soprattutto per il calo dei prezzi del petrolio, ma senza prevedere esplicitamente una deflazione.
di: Maria Lucia PANUCCI
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