
Uno studio di 16 mesi e 449 pagine mette in luce lo strapotere di Amazon, Google, Apple, Facebook. Le aziende protestano
L’Antitrust sancisce la fine del monopolio dei Big Tech. Uno studio di 16 mesi, che si traduce in 449 pagine di rapporto, pone le basi per drastiche riforme contro lo strapotere di Amazon, Google, Apple, Facebook. Un vero e proprio atto di accusa contro gli imperi creati da Jeff Bezos, Tim Cook, Sundar Pichai e Mark Zuckerberg. Un rapporto stilato dalla sottocommissione Antitrust della Camera americana che ha esaminato oltre un milione di documenti e ascoltato e passato al setaccio centinaia di testimonianze di rivali dei colossi tecnologici.
E il giudizio finale non lascia spazio a dubbi: le quattro grandi aziende da “coraggiose startup” si sono ormai trasformate “nel genere di monopoli che per l’ultima volta abbiamo visto nell’era dei baroni del petrolio e dei magnati delle ferrovie”. «Sebbene queste aziende abbiamo portato chiari benefici sociali, il loro dominio ha avuto un costo – si legge nel documento. – Quale? Sono state capaci di abusare delle loro posizione dominante sulla frontiera digitale, dettando prezzi e regole per commercio, motori di ricerca, pubblicità, servizi di social network e editoria. Abbastanza da essere apostrofate come guardiani».
Nel mirino ci sono soprattutto Google ed Amazon. La prima userebbe pratiche anti-concorrenziali quali inserire informazioni senza il permesso da terzi per migliorare la qualità e gli esiti delle ricerche. Amazon invece domina diversi settori ma anzitutto il commercio elettronico: qui vende prodotti che competono direttamente con retailer indipendenti che usano la sua piattaforma ma l’azienda promuove, nei suoi servizi, i propri prodotti a scapito di altri. Apple è accusata di monopolio nel mercato della app per iPhone e iPad, una realtà che le consente di strappare commissioni del 30% sulla vendita legate alle app. Questo ha danneggiato anche i consumatori, che alla fine pagano prezzi più elevati. Il controllo eccessivo di Facebook sul mondo del social networking viene a sua volta definito come “radicato e rafforzato a colpi di acquisizioni di rivali“.
Non si è fatta attendere la replica dei diretti interessati: se Apple e Google hanno indicato di voler studiare il rapporto, ampie critiche sono invece arrivate da Amazon e Facebook. Quest’ultimo ha difeso a spada tratta ancora una volta le sue acquisizioni di Instagram e WhatsApp, approvate a suo tempo dalle autorità ma ora sotto accusa perché hanno eliminato potenziali concorrenti in crescita. «Siamo in concorrenza con una varietà di servizi, con milioni e anche miliardi di utenti – ha fatto sapere. – Le acquisizioni fanno parte di ogni settore e sono parte di come innoviamo, come portiamo nuove tecnologie per offrire maggior valore alla gente».
di: Maria Lucia PANUCCI
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