
I dati di Eurostat sul lockdown dello sport
Il settore sportivo nell’Unione Europea occupa 801.700 persone, lo 0,4% dell’occupazione totale. Di questi, il 48% ha tra 15 e 34 anni, il 30% tra 35 e 49 anni e solo il rimanente 23% ha più di 50 anni, con una leggera prevalenza maschile.
Sono i dati di Eurostat, l’ente di statistica europeo che ha analizzato come il nuovo lockdown imposto a palestre e impianti sportivi per contenere la diffusione del Coronavirus abbia influito, e continui ad influire, sul mercato del lavoro.
Nel secondo trimestre del 2020 il numero di occupati sportivi è crollato del 6% rispetto al primo trimestre: i più colpiti sono stati i giovanissimi, gli impiegati tra i 15 e i 34 anni, nella percentuale del -18% per quanto riguarda i lavoratori maschili e il -13% le lavoratrici femminili.
Il Paese che conta più lavoratori nello sport è la Svezia, che ha 583 addetti ogni 100 mila abitanti, seguita da Cipro con 340 e dall’Irlanda con 327. I Paesi in cui il mercato del lavoro sportivo è meno sviluppato sono il Belgio, che ha solo 81 addetti allo sport ogni 100 mila abitanti, la Polonia che ne ha 109 e la Repubblica Ceca che ne conta 123. L’Italia è nella media: in tutto il Paese ci sono 175 addetti ogni 100 mila abitanti.
Dai dati di Eurostat si evince che la quota percentuale di occupazione del settore sportivo varia molto da Paese a Paese, ma ovunque quello dello sport è stato uno dei comparti più colpiti dal primo lockdown e dalla seconda chiusura appena decisa dal Dpcm del 25 ottobre.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA