
I sondaggi lo danno come favorito ma accadde la stessa cosa nel 2016 ad Hillary Clinton. Trump intanto già canta vittoria
Oggi in America è ufficialmente l’Election Day. Gli americani saranno chiamati a scegliere il 46° presidente degli Stati Uniti tra Donald Trump e Joe Biden, anche se già 94 milioni di cittadini hanno espresso la propria preferenza, con le votazioni anticipate che si sono concluse nella giornata di domenica e con il voto postale.
Quella che abbiamo vissuto negli ultimi mesi è stata la campagna elettorale più infuocata e velenosa, una delle più aspre della storia americana, caratterizzata da insulti e attacchi personali, con sullo sfondo un’emergenza sanitaria senza precedenti nella storia moderna.
Trump ha fatto il suo ultimo comizio a Grand Rapids, nel Michigan, lo stesso posto dove chiuse la campagna nel 2016, quando allora la sua rivale era Hillary Clinton. Un luogo che gli ha portato fortuna allora e che spera faccia altrettanto adesso. Perché è al bis che punta il tycoon. «Otterremo un’altra grandissima vittoria – ha detto sicuro di sé dal palco. – Vinceremo e faremo la storia un’altra volta».
Ma Joe Biden resta favorito. Secondo un sondaggio di Nbc News e Wall Street Journal lo sfidante democratico è in vantaggio con il 52% dei voti registrati contro il 42% di Donald Trump, ma negli Stati decisivi il gap è minore: un sondaggio di Cnbc/Change Research poll afferma che le distanze dei due si sono ridotte in Arizona, Florida, Michigan, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin.
Insomma Trump sta recuperando e visto l’esito del 2016, quando i sondaggi davano per favorita la Clinton e poi a sorpresa vinse Trump, non sorprenderebbe se accadesse di nuovo lo stesso.
La preoccupazione numero uno è che l’assenza di un risultato chiaro e tempestivo possa tradursi in un periodo di incertezza e di turbolenza in ambito economico e finanziario. «L’appuntamento odierno con le presidenziali Usa è da considerare importante per il biglietto verde, ma il rischio che non si riesca a conoscere rapidamente l’esito del voto potrebbe limitare la reazione di impatto sulla valuta statunitense e/o provocare nell’immediato una reazione suscettibile di essere sconfessata nei giorni/settimane successivi», commentano gli esperti dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo.
Insomma bisogna attendere ed anche se Trump ha già fatto sapere che dichiarerà vittoria, prima ancora che escano i dati ufficiali, se dovesse risultare primo in alcuni Stati chiave degli Usa, sono i risultati definitivi quelli che contano davvero.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AGI
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