
I leader europei hanno preso atto del veto di Polonia ed Ungheria. Ma la Von der Leyen avvisa: “Dobbiamo trovare un accordo al più presto”
Il Consiglio europeo si è concluso con un nulla di fatto sul Recovery Fund. Budapest e Varsavia ribadiscono il loro no alle condizionalità legate allo Stato di diritto e stoppano ancora l’accordo sul pacchetto economico da 1.800 miliardi di euro che l’Europa ha messo in campo per fronteggiare la più grave recessione della storia causata dalla pandemia. «Ungheria e Polonia hanno posto un veto alla decisione sul Recovery Fund e hanno detto chiaramente che non possono accettare la condizionalità sullo stato di diritto. Questo significa che non possiamo inviare la proposta al Parlamento Ue – ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel al termine della videoconferenza tra i leader Ue. – Non voglio fare speculazioni su come verrà risolta la questione, dobbiamo sondare tutte le opzioni possibili. E’ un problema serio che dobbiamo risolvere e ci lavoreremo duro e seriamente».
Insomma la situazione non si è affatto sbloccata e se consideriamo che con i due Paesi si è alleata ora anche la Slovenia (leggi qui), pare proprio che i tempi sono destinati a dilungarsi. Anche dalla Von der Leyen arriva il monito a fare presto «Abbiamo bisogno che l’intero pacchetto riceva il via libera – ha detto la presidente della Commissione europea. – Dobbiamo trovare una soluzione, milioni di cittadini aspettano una risposta in questa crisi senza precedenti».
Ma, nonostante i solleciti, per il momento i leader europei hanno preso atto della situazione senza avere in mano una soluzione. E così il tema è rinviato al Consiglio europeo di dicembre.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AGI
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