
Solo il 14% degli studenti riesce ad accedere al contributo economico e tasse da pagare sono tra le più alte d’Europa
Altro che diritto allo studio. Le borse in Italia sono poche, spesso erogate in ritardo e non sufficienti a supportare i giovani che vogliono investire sull’istruzione ma che non hanno i soldi necessari per farlo.
Con una platea di 1.700.000 universitari, infatti, solo il 14% di loro riesce ad accedere al contributo economico, ben al di sotto della media europea visto che in Francia siamo al 35% circa, in Germania al 25%. «Inoltre in molti casi i soldi sono stati concessi in ritardo, alla fine dell’anno accademico, o peggio, passati ormai anni dal momento della richiesta. Oppure, non sono mai arrivati – spiega Enrico Gulluni, coordinatore nazionale del sindacato Unione degli Universitari. – Secondo le ultime stime disponibili, nel 2018 erano ancora 10.500 le persone che avevano i requisiti per accedere alle borse di studio, ma non le hanno ottenute per mancanza di fondi. E anche se a seguito dell’emergenza Covid sono state incrementate le risorse a disposizione, nel 2020 è cresciuto anche il numero di idonei a causa della crisi economica. Sarà quindi difficile riuscire a garantire la copertura totale».
E bisogna considerare il fatto che in Germania l’università è gratuita, a parte qualche tassa amministrativa in alcuni lander, che comunque non supera le 150 euro, mentre in Francia la tassa media è di circa 220 euro. Diversamente in Italia, la retta media annuale è di 1.200 euro. «C’è da dire che quest’anno è stata innalzata la no tax area a 20.000 euro di Isee, ma l’impatto lo capiremo l’anno prossimo – continua Gulluni. – In ogni caso, a livello europeo rimaniamo uno dei Paesi con le tasse medie più altre, tra i pochi sopra i 1.000 euro».
C’è infine la questione degli alloggi, visto che il contributo per il diritto allo studio non è solo monetario ma può comprendere anche servizi. «In base a nostre analisi – conclude il sindacalista – ci sono almeno 50 mila studenti idonei non beneficiari di alloggio. Un problema che la pandemia ha peggiorato, visto che in tante residenze studentesche i posti disponibili sono stati dimezzati per esigenze di sicurezza».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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