
È una software house romana che ha registrato 18 milioni di ricavi nel terzo trimestre
Almawave, software romana che si è fatta conoscere per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei servizi di Big Data, nel terzo trimestre del 2020 ha raggiunto un giro d’affari di 18 milioni, una crescita del 32,8% rispetto al 2019, con un Ebtda di quattro milioni, in crescita del 17%.
Un grosso successo per la startup il cui cavallo di battaglia è la tecnologia proprietaria all’avanguardia e i servizi applicati per concretizzare il potenziale dell’IA. Oggi, Almawave conta quattro laboratori tech e ha all’attivo 220 professionisti dei settori big data, data science, machine learning, architecture AI e integration. «È in una posizione competitiva unica per rendere operativa l’intelligenza artificiale in svariati ambiti della vita quotidiana, fornendo valore ai clienti – ha spiegato Valeria Sandei, l’amministratrice delegata della società – abbiamo sviluppato una piattaforma che verticalmente e senza intermediari si adatta a tutte le esigenze».
Il core business di Almawave è quello di rendere concreta la trasformazione digitale in Italia nella vita di tutti i giorni, realizzando un modello sostenibile e quanto più naturale possibile di interazione tra uomo e macchina. Le aree di mercato sono in espansione: «in particolare per ciò che riguarda la pubblica amministrazione, che già oggi per noi rappresenta oltre la metà dei ricavi» sottolinea ancora Sandei.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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