
Con il ritiro delle misure economiche varate a sostegno emergeranno crack congelati nel 2020
La crisi causata dal Coronavirus colpisce duramente le imprese ed entro il 2022 il numero dei fallimenti potrebbe aumentare di circa 6.500 casi, di cui una parte preponderante già nel 2021. A lanciare l’allarme è Bankitalia nel suo studio Fallimenti d’impresa in epoca Covid realizzato dai suoi stessi ricercatori. «La forte contrazione del 9% prevista per il Pil italiano nel 2020 porterà a un aumento dei fallimenti di circa 2.800 entro il 2022, rispetto ai circa 11mila del 2019 – si legge nel report. – A questi potrebbero aggiungersi altri 3.700 fallimenti mancanti del 2020 che non si sono realizzati per gli effetti temporanei della moratoria e delle misure di sostegno».
Secondo i ricercatori proprio le misure messe in campo a sostegno delle imprese hanno ridotto in misura significativa l’impatto della crisi. Tuttavia l’incertezza sulle prospettive economiche, l’aumento dell’indebitamento delle aziende e l’indebolimento patrimoniale sopraggiunti sollevano l’interrogativo di come si evolveranno i fallimenti nei prossimi mesi, quando saranno ritirate le misure di sostegno ed emergeranno i fallimenti congelati. «Le previsioni – aggiungono gli economisti – vanno interpretate con cautela. Da un lato, potrebbero essere sottostimate, nella misura in cui la caduta eccezionale del Pil comporterà un aumento maggiore di fallimenti rispetto a quanto stimato da precedenti fasi recessive; dall’altro lato, potrebbero essere sovrastimate se le misure di sostegno adottate e l’intensità della ripresa economica saranno capaci di aiutare le imprese a fronteggiare la difficile fase congiunturale».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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