
Si tratta delle realtà più piccole. Le altre si riorganizzano
In Italia circa 280 mila imprese sono rimaste “spiazzate” dalla crisi del Coronavirus e non hanno intrapreso finora nessuna contromisura. Lo ha sottolineato il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, secondo cui ad essere interessate sono soprattutto le realtà più piccole. “Una risposta strategica e integrata alla crisi causata dall’emergenza sanitaria sembra complicata per un largo segmento di imprese, soprattutto di minori dimensioni, che appare sostanzialmente spiazzato – ha spiegato. – Al contrario avere una strategia appare una prerogativa soprattutto della media e grande dimensione”.
Le strategie messe in atto dalle imprese italiane per far fronte alle conseguenze economiche dell’epidemia risultano legate a tre direttrici: riorganizzazione in termini di processi, spazi e tecnologia; gestione della forza lavoro; gestione della crisi di liquidità. “Nel complesso – ha aggiunto Blangiardo – più numerose delle imprese in ridimensionamento sono quelle in trasformazione. Il 23,2% delle imprese ha risposto alla crisi riorganizzando l’attività, con un’incidenza crescente all’aumentare della dimensione aziendale (fino al 51,3% delle grandi unità produttive). Strategie di contrazione dell’input di lavoro sono invece indicate dall’11,8% delle imprese, soprattutto fra le micro e le piccole. Circa un’impresa su tre fra le medie e le grandi prevede di accelerare la transizione digitale”.
di: Maria Lucia PANUCCI
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