
Su base annua il dato resta invece negativo e segna un -20,3%. Resta ancora lunga la strada per un recupero completo
Rimbalzo dell’industria italiana a maggio. Al riavvio delle attività con la fase 2 di uscita dall’emergenza sanitaria, l’Istat ha segnato un aumento del 42,2% dell’indice della produzione rispetto ad aprile, il mese clou del lockdown.
A vederlo isolato il dato è molto positivo ma giustamente l’istituto ricorda anche come aprile sia stato un mese caratterizzato dalle chiusure in molti settori produttivi in seguito ai provvedimenti connessi all’emergenza sanitaria. Per questo “a maggio si assiste ad una significativa ripresa delle attività: tutti i comparti sono in crescita congiunturale, ad eccezione di quello delle industrie alimentari, bevande e tabacco, che registra una leggera flessione“.
E l’entusiasmo si ridimensiona anche guardando al gap con lo stesso mese del 2019: correggendo i dati per il diverso numero di giorni lavorati, nel maggio 2020 l’attività delle fabbriche italiane risulta del 20,3% inferiore a quel che si registrava nello stesso mese dell’anno prima.
Scorrendo la tabella dell’Istituto di statistica, si notano a livello mensile variazioni positive a tre cifre per settori quali le industrie tessili (+142,5% tra maggio e aprile 2020), i mezzi di trasporto (+140,2%) e altri rimbalzi significativi come nella gomma e plastica (+75,9%) o nella metallurgia (+72,7%). Restano comunque ben visibili le scorie della crisi: «Il livello della produzione – dice ancora l’Istat – risente della situazione generata dall’epidemia di Covid-19: l’indice generale, al netto della stagionalità, presenta una flessione del 20% rispetto al mese di gennaio, ultimo periodo precedente l’emergenza sanitaria».
In tutti i comparti dell’attività economica, il saldo annuo è ampiamente deficitario. Le perdite più accentuate sono quelle della fabbricazione di mezzi di trasporto (-37,3%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-34,1%), della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-24,8%); i cali minori, invece, si osservano nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-4,2%) e nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-5,2%). La sola produzione di autoveicoli, a maggio, è scesa del 50,8% rispetto allo stesso mese del 2019 e nei primi cinque mesi dell’anno ha perso il 44,4% nel confronto con l’anno precedente.
Il rimbalzo mensile è visibile anche altrove in Europa, pur restando negativo il confronto annuo. In Francia tra aprile e maggio la crescita è del 19,6%, meglio di quanto prevedevano gli analisti. Meno brillante la Germania, dove la crescita mensile è solo del 7,8%, dato che resta ancora 19 punti al di sotto di febbraio, così come vicino ai 19 punti è il gap rispetto a maggio 2019. In linea quindi con il risultato dell’Italia.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
Ti potrebbe interessare anche: