
La disoccupazione giovanile è tornata sopra il 30%. Segnali di ripresa solo a luglio
Il Covid pesa come un macigno sul mercato del lavoro. Da febbraio scorso si contano in Italia 500 mila occupati in meno, le persone in cerca di lavoro sono cresciute di circa 50 mila, mentre gli inattivi sono aumentati di quasi 400 mila. A lanciare l’allarme è l’Istat che sottolinea come negli ultimi quattro mesi il tasso di occupazione perde oltre un punto percentuale.
L’ultimo anno ha visto un’emorragia di dipendenti a termine (calati del -16,2% a luglio sui 12 mesi, -498mila) e lavoratori indipendenti (-4,5% pari a -239 mila). Il calo degli occupati non riguarda invece i lavoratori permanenti che sono tutelati anche dal blocco dei licenziamenti per il Covid-19 e sono cresciuti dell’1,2% (+181 mila).
A preoccupare maggiormente sono ancora una volta i giovani. In questo caso la disoccupazione torna sopra il 30% a luglio, per la prima volta da oltre un anno, a partire da aprile 2019. L’Istat lo attesta al 31,1% per la fascia di età 15-24 anni, in aumento di 1,5 punti da giugno e di 3,2 punti da luglio 2019.
Segnali positivi si registrano solo a luglio quando l’occupazione torna a crescere. L’Istat registra infatti un aumento su base mensile (+0,4% pari a +85mila unità) che coinvolge le donne (+0,8% pari a +80mila), i dipendenti (+0,8% pari a +145mila) e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 25-34enni. Gli uomini occupati risultano sostanzialmente stabili, mentre diminuiscono gli indipendenti. Nel complesso, il tasso di occupazione sale al 57,8% (+0,2 punti percentuali) ma rispetto a luglio 2019 ci sono 556 mila lavoratori in meno e il tasso di occupazione perde 1,3 punti percentuali.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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