
La flessibilità testata durante il lockdown regge: il 68% dei direttori del personale sceglie il lavoro da remoto
Secondo l’Associazione dei direttori del personale (Aidp) lo smart working è una realtà destinata a durare. L’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus ha costretto migliaia di persone a rimanere a casa e l’urgenza di coprire i posti lavorativi vacanti ha spinto a toccare con mano le potenzialità del lavoro a distanza.
I maggiori vantaggi riguardano il risparmio di tempo e i costi di spostamento per i lavoratori, maggiore soddisfazione personale dovuta a un miglioramento generale della vita e all’aumento della responsabilità individuale. Esistono anche degli svantaggi, seppur in percentuale ridotta: la perdita delle relazioni sociali, la mancanza di separazione tra ambiente domestico e lavorativo e il rischio tangibile di un sovraccarico di lavoro.
Tuttavia oltre il 68% dei direttori del personale ha dichiarato che prolungherà le attività di smart working anche al termine della pandemia. E per il 58% degli intervistati il lavoro a distanza proseguirà anche nel 2021.
Moltissime anche le aziende che scelgono lo smart working “parziale”: oltre il 70% infatti assegna alcuni giorni della settimana, tra i due e i tre, a questa modalità lavorativa.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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