
Ma i lavoratori scelgono l’ufficio in hotel e altri luoghi rilassanti
La staycation diventa workation: la vacanza lavorativa, quella che molti smart worker hanno messo in atto durante la scorsa primavera e che moltissimi altri stanno attuando in queste ore, durante le quali molte zone del Paese sono state dichiarate rosse e milioni di lavoratori sono stati confermati o rimessi in smart working.
Il lavoro a distanza ha trasfigurato il trend dello staycation, nato negli Stati Uniti nel 2008 e diffusosi in tutto il mondo negli anni successivi: si tratta di un invito a esplorare luoghi vicini ma spesso sconosciuti e a fare dei break tra un impegno e l’altro in luoghi confortevoli a portata di mano, e, adesso, a portata di certificazione.
Il target della workation è alto, rivolto perlopiù a manager e professionisti di alto livello. Consiste nel prenotare lussuose camere di albergo attrezzate con alta tecnologia, e prevede la possibilità di consumare a qualsiasi orario cocktail, continental breakfast, tè, caffè, brunch, pranzi e cene gourmet e molto altro. Luoghi ibridi per smart working in versione alternativa, con livelli massimi e programmati di sanificazione degli ambienti.
«Con la proposta staycation offriamo momenti di relax restando nella propria città lavorando in un contesto senza stress. Previsti cocktail, pranzi e cene con vista sui centri storici – spiega Sara Migliore, direttore comunicazione della catena Marriott International – l’invito è alla calma, al relax e, dopo cena, a pernottare in camere lussuose, incluse le suite. Al risveglio le colazioni sono da re e regine. In questo periodo infine i ristoranti sono riservati esclusivamente ai clienti dell’hotel per garantire elevatissimi livelli di sicurezza».
Tra gli alberghi italiani che rendono disponibile questo tipo di pacchetto c’è I Portici di Bologna, il Rome Cavalieri, l’hotel Eden, il FortySeven e il De Russie di Roma, solo per citarne alcuni, con una grande concentrazione nella Capitale.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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