
Sono circa 73 mila le imprese chiuse: una su quattro ha dichiarato che non riaprirà, soprattutto piccole imprese nel Mezzogiorno
Tra giugno e ottobre si sono registrate riduzioni di fatturato per oltre due terzi delle imprese italiane, ben il 68,4%. E’ la fotografia scattata dall’Istat nel report Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria Covid-19.
Nella gran maggioranza dei casi (il 45,6%) il fatturato si è ridotto tra il 10% e il 50%, nel 13,6% si è più che dimezzato e nel 9,2% è diminuito meno del 10%. Sul territorio, la quota di imprese con vendite in crescita risulta superiore alla media nazionale nella provincia autonoma di Trento, in Veneto e Abruzzo. Sul versante opposto, la quota di imprese che fanno registrare una flessione del fatturato superiore al 50% è più alta nel Lazio, in Sicilia, Campania e Calabria.
Quanto alle stime per il mese di dicembre e i primi due mesi del 2021 il 61,5% delle imprese ha previsto una contrazione del fatturato rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. Nel 40% dei casi il calo è previsto tra il 10 e il 50%, nel 15,1% di oltre il 50% e nel 6,4% di meno del 10%.
Sono circa 73 mila le imprese chiuse: una su quattro ha dichiarato che non riaprirà, soprattutto piccole imprese nel Mezzogiorno. Lo studio riporta come siano le attività sportive e di intrattenimento a presentare la più alta incidenza di chiusura, seguite dai servizi alberghieri e ricettivi e dalle case da gioco. Una quota significativa di imprese attualmente non operative si riscontra anche nel settore della ristorazione (circa 30 mila imprese di cui cinque mila non prevedono di riprendere) e in quello del commercio al dettaglio (7 mila aziende).
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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