
I più spreconi? Le famiglie con figli ed i meridionali
Durante la pandemia gli sprechi alimentari sono diminuiti dell’11,78%. A dirlo è il report di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability che, in occasione dell’ottava Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, in calendario venerdì, ha analizzato come è cambiato il rapporto degli italiani con il cibo in questi mesi di emergenza sanitaria ma anche economica.
Ebbene i risultati sono chiari: si spreca ancora, ma decisamente meno. Nel 2020 finiscono nella spazzatura solo 27 kg di cibo a testa (529 grammi a settimana), quindi l’11,78% in meno (3,6 kg) rispetto al 2019. Questo significa oltre 222.000 tonnellate di cibo “salvato” e un risparmio di 6 euro pro capite, ovvero 376 milioni di euro a livello nazionale in un anno intero.
Attualmente vale 6 miliardi e 403 milioni di euro lo spreco alimentare domestico nazionale e sfiora il costo di 10 miliardi di euro l’intera filiera, sommando le perdite in campo e lo spreco nel commercio e distribuzione che ammontano a 3.284.280.114 di euro.
In generale siamo più spreconi a Sud dove si getta il 15% in più di cibo e avanzi mentre siamo più parsimoniosi al Nord e nel Centro Italia. Le famiglie gettano via più cibo, in media il 15% in più dei single, che si scoprono più virtuosi e oculati. A sorpresa, meno si guadagna e più si spreca: il 38% degli italiani che si autodefiniscono di ceto basso/medio getta il 10/15% in più rispetto agli altri intervistati.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ASKANEWS
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