
Lo comunica la Corte dei conti europea
La Corte dei conti europea ha pubblicato il report intitolato Scambio di informazioni fiscali nell’Ue: fondamenta solide, ma crepe nell’attuazione con cui ha reso note le lacune esistenti nel sistema di scambio dei dati fiscali all’interno dell’Unione Europea. Il passaggio di informazioni tra le amministrazioni pubbliche dell’eurozona è insufficiente e lascia fuori dai giochi le criptovalute e i ruling preventivi transfrontalieri, soprattutto quelli che sono stati siglati dagli high-net-worth-individual, le persone che possono contare su un’ampia disponibilità patrimoniale. Il rischio è di incoraggiare l’elusione e l’evasione fiscale.
Il mancato gettito fiscale nell’Ue ammonta a 190 miliardi di euro, pari all’1,7% del pil.
Fin da quando lo scambio di dati fiscali è stato applicato nell’Unione europea in via preventiva, sono stati tagliati fuori i ruling fiscali preventivi transfrontalieri: un ruling fiscale è la garanzia che l’autorità fiscale di uno Stato membro fornisce al contribuente, sulle modalità con cui alcuni aspetti della tassazione saranno trattati in caso di necessità. Un privato che ottiene un ruling di questo tipo può evitare di pagare quanto deve nel proprio stato membro grazie alle aliquote fiscali favorevoli. Una possibilità che secondo il Parlamento europeo può portare i privati con patrimoni ingenti a spostare i propri guadagni tra Paesi più favorevoli senza obbligo di notificare alcunché.
Pertanto secondo l’analisi della Corte dei conti è necessario fare di più per quanto riguarda monitoraggio, garanzia della qualità dei dati e utilizzo delle informazioni, in modo da non fagocitare l’evasione fiscale. Un problema che si ripresenta con le criptovalute, perché se un contribuente ha del denaro sotto forma di criptovalute elettroniche, la piattaforma non è tenuta a dichiarare questi importi alle autorità, né gli utili percepiti. Così questo denaro non viene sottoposto al fisco.
di: Micaela FERRARO
FOTO: EPA/SEDAT SUNA
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