
Tra i fattori chiave da osservare nel breve termine c’è il comportamento dei depositanti nazionali
«I recenti cambiamenti evidenziano ancora una volta la limitata indipendenza operativa della Banca Centrale della Turchia (CBRT) e la scarsa prevedibilità generale della politica economica». Con queste parole l’Agenzia di rating S&P mette in guardia la Turchia che ieri ha visto crollare la Lira e la Borsa di Istanbul, a causa del licenziamento a sorpresa da parte del presidente Erdogan del governatore della Banca centrale dopo la mossa di avere alzato i tassi giovedì scorso (guarda qui).
S&P avverte anche che la bilancia dei pagamenti “rimane debole” e che le riserve valutarie sono “vicine allo zero“. «La probabile inversione degli afflussi di non residenti in Turchia degli ultimi mesi metterà sotto pressione la lira turca, con un impatto negativo sull’inflazione e sul settore corporate nazionale – aggiungono gli esperti. – Una dei fattori chiave da osservare nel breve termine, a nostro avviso, è il comportamento dei depositanti nazionali residenti e se convertono sempre più in valuta estera in risposta agli ultimi sviluppi, il che potrebbe portare a ulteriori pressioni».
S&P fa cenno anche alle passività “esterne” delle banche turche, pari a circa 37 miliardi di dollari, e parla di rischi “elevati“.
La Lira turca comunque rimbalza questa mattina sui mercati valutari, portandosi a 7,8913 contro il dollaro (+1,15%).
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON
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