
Persi 1,5 mln di posti di lavoro. Sangalli: “Occorre che il Pnrr sostenga il settore”
Nel 2020, per la prima volta nella storia economica dell’Italia, dopo 25 anni di crescita ininterrotta, il terziario ha evidenziato una flessione del prodotto in termini reali del 9,6% che arriva al -13,2% per i settori del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti. A lanciare l’allarme è l’ufficio studi Confcommercio. In particolare gli effetti della pandemia hanno impattato in maniera consistente anche sui consumi con quasi 130 miliardi di spesa persa di cui l’83%, pari a circa 107 miliardi di euro, in soli quattro macrosettori (abbigliamento e calzature, trasporti, ricreazione, spettacoli e cultura e alberghi e pubblici esercizi).
Lo studio mette in evidenza come le perdite di Pil a valori correnti lo scorso anno siano state pari a poco più di 139 miliardi di euro (-7,8% rispetto al 2019) quasi totalmente a causa del crollo dei consumi interni, inclusa la spesa degli stranieri, che ha raggiunto la cifra di circa 129 miliardi di euro (- 11,7%).
Impatti significativi anche sull’occupazione, con i servizi di mercato che registrano la perdita di 1,5 milioni di unità su una flessione complessiva di 2,5 milioni dopo aver creato, tra il 1995 e il 2019, quasi tre milioni di nuovi posti di lavoro.
«Per la prima volta nella storia economica del nostro Paese il terziario di mercato subisce una flessione drammaticamente pesante – afferma Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. – Occorre, quindi, che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dedichi maggiore attenzione e maggiori risorse a sostegno del terziario perché senza queste imprese non c’è ricostruzione, non c’è rilancio».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/ETTORE FERRARI
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