La chiusura forzata ha provocato un effetto a valanga sulla filiera con 1,1 milioni di tonnellate di cibi e di vini invenduti dall’inizio della pandemia. Urge una ripresa totale, anche in vista dell’estate e della ripartenza del turismo
Con l’Italia in zona gialla tornano a rivivere 180 mila tra bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi con attività di ristorazione all’aperto. Ed il numero potrebbe raddoppiare con il via libera alla possibilità di lavorare anche al coperto. A dirlo è la Coldiretti che ha fatto una stima sugli effetti della possibilità di una estensione della zona gialla a tutto il Paese, con l’incognita della sola Valle d’Aosta.
Finora i lunghi periodi di chiusura hanno determinato, oltre all’ingente danno economico, anche un effetto a valanga sulla filiera produttiva con 1,1 milioni di tonnellate di cibi e di vini invenduti dall’inizio della pandemia.
E’ chiaro quindi che urge una ripartenza totale anche in vista della stagione estiva e dell’annunciata apertura al turismo nazionale e straniero a partire da metà maggio, con un terzo del budget delle vacanze che in Italia viene destinato all’alimentazione.
Complessivamente nell’attività di ristorazione sono coinvolte 70 mila industrie alimentari e 740 mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro. «Si tratta quindi di difendere la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare nazionale che – conclude la Coldiretti – vale 538 miliardi pari al 25% del Pil nazionale ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e varietà a livello internazionale».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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