
E’ una città giovane, con appena 30 anni di vita, progettata intorno ai pilastri della tecnologia, della salute e dell’istruzione e mira a produrre più energia di quella che consuma entro il 2038
Segnatevi questo nome: Greater Springfield. Il motivo? La città australiana, che si trova nel sud-ovest dell’area metropolitana di Brisbane nel Queensland, mira a diventare la prossima Silicon Valley. A dirlo è il fondatore di Springfield City Group, Maha Sinnathamby. «Il mondo ha imparato molto dalla Silicon Valley – ha detto alla CNBC – ma ha 85 anni. Progettiamo l’ultima versione. L’obiettivo è ambizioso: diventare in pochi anni la prossima Silicon Valley».
Sinnathamby è la mente dietro Greater Springfield, una città giovane, con appena 30 anni di vita, l’unica costruita in Australia con fondi privati, intorno ai pilastri della tecnologia, della salute e dell’istruzione, che mira a produrre più energia di quella che consuma entro il 2038.
Sviluppato su un terreno di 7.000 acri acquistato per 6,1 milioni di dollari, Greater Springfield è già una città viva che conta 46.000 residenti, 16.500 case, 11 scuole, un campus universitario nazionale, un ospedale e una linea ferroviaria che la collega alla vicina Brisbane. Sinnathamby ha detto che la città è finora completa al 25% dopo aver ricevuto 15 miliardi di dollari in finanziamenti privati e statali, ma sono necessarie più imprese per trasformarla in un vero hub di innovazione all’interno dell’Asia-Pacifico.
Insomma, manca ancora del tempo per pensare in grande anche perché gli obiettivi sono tutti molto ambiziosi. Oltre a diventare la Silicon Valley del futuro, la città mira a triplicare la popolazione e creare 52.000 nuovi posti di lavoro entro il 2030.
di: Maria Lucia PANUCCI
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