
Continua la carenza dei chip, produzione da limare
Il comparto auto è sempre più sotto pressione a causa della carenza dei chip. Secondo gli ultimi sviluppi, Stellantis avrebbe optato per uno stop di una settimana nello stabilimento di Sevel, dove si producono veicoli commerciali leggeri. «Da tempo siamo preoccupati per la situazione che si sta creando sul fronte semiconduttori nel settore automotive. Come Fim-Cisl abbiamo denunciato anche al Governo questo rischio che si va ad aggiungere alla situazione già complicata del settore automotive coinvolto da un forte cambiamento, con forti rischi di impatto occupazionale. La comunicazione di oggi di Stellantis ci preoccupa enormemente, fermare per una settimana continua Sevel significa che la situazione si è particolarmente aggravata sul lato dell’approvvigionamento», ha dichiarato Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim-Cisl.
Secondo gli analisti di Equita le stime del 2021 sono da limare per il settore auto, a causa della carenza di chip che impone fermi e tagli alla produzione.
Intanto, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il colosso TSMC dovrebbe aumentare i prezzi fino al 20% con efficacia fra la fine del 2021 e l’inizio del 2022.
Se la notizia sarà confermata, l’incremento avrà l’effetto di un aumento dei prezzi a cascata da parte dei clienti di TSMC che includono la maggioranza delle aziende di semiconduttori a livello globale, come Infineon e STMicroelectronics, oltre ad alcuni importanti produttori di dispositivi, come ad esempio Apple.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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