
Roma fa 82mila euro, S.Giovanni in Persiceto è il più virtuoso e arriva a 912 mila
Il 2020 è stato un anno nero per la lotta all’evasione fiscale. Secondo uno studio condotto dalla Uil, le somme spettanti per la partecipazione all’attività di accertamento fiscale e contributivo ammontano a 6,5 milioni, in diminuzione del 16,5% rispetto al 2019. Solo il 3,6% dei Comuni italiani ha partecipato, nell’anno della pandemia, al contrasto dell’evasione con la propria attività: si tratta di 279 Comuni su 7.656, a fronte dei 387 del 2019.
Tra tutti i Comuni che hanno attivato l’attività di contrasto ci sono 54 città capoluogo di provincia, mentre sono esclusi dall’analisi i Comuni ubicati in Trentino, perché hanno una loro legislazione specifica.
Il Comune che si è dimostrato più virtuoso da questo punto di vista è San Giovanni in Persiceto, dove sono stati recuperati 912 mila euro; il Comune peggiore invece è quello di Roma, dove il recupero è stato di 82 mila euro.
Genova ha incassato 473 mila euro e si è classificata al secondo posto; seguono Torino con 404 mila euro e Milano con 350 mila; poi Bologna con 310 mila; Prato 236 mila euro; Brescia 225 mila euro; Bergamo 188 mila euro; Modena 185 mila euro; Rimini 167 mila euro.
Molto basse, oltre a Roma, anche Firenze con 82 mila euro; Venezia 56 mila euro; Napoli 21 mila euro; Reggio Calabria 18 mila euro; Messina 3.679 euro; Palermo 2.116 euro; Catania 1.479 euro; Bari e Cagliari addirittura non hanno recuperato nulla.
La norma della compartecipazione dei Comuni al contrasto all’evasione è stata introdotta nel 2010. Da allora, i Comuni hanno recuperato 123,3 milioni di euro e si è passati da 1,1 milioni di euro del primo anno ai 17,7 milioni di euro del 2013. L’apice però è stato nel 2014 quando sono stati incassati 21,2 milioni.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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