
Anche il fatturato è diminuito (-6,8%) a 3.404 miliardi. Rivisto al ribasso l’outlook per l’intero esercizio che finirà a marzo 2022
La crisi dei chip mette in ginocchio anche Honda. Da luglio a settembre la casa d’auto giapponese ha registrato una contrazione di circa il 30% sia degli utili netti sia di quelli operativi, rispettivamente, pari a 166,6 miliardi di yen e a 198,9 miliardi. I due dati hanno comunque battuto le previsioni degli analisti. Il consenso Quick dava l’utile netto a 114,89 miliardi, mentre quello Refinitiv attendeva il profitto operativo a 183,5 miliardi.
Anche il fatturato è diminuito (-6,8%) a 3.404 miliardi. A incidere sulla lettura sono state le deludenti vendite di auto del gruppo che si sono arrestate a 917.000 unità con calo del 27% anno su anno.
Le prospettive rimangono negative anche per il futuro a causa della pandemia che continua a far preoccupare, il perdurare della carenza di chip e l’aumento dei prezzi delle materie prime. Per tutti questi motivi l’outlook per l’intero anno fiscale, che finirà il 31 marzo 2022, è stato pesantemente rivisto al ribasso. Nel dettaglio il gruppo si aspetta una crescita su base annua dei ricavi dell’11% a 14.600 miliardi, contro l’incremento del 17% stimato in precedenza ad agosto. L’utile netto dovrebbe subire un forte calo, del 16% a 555 miliardi e non più aumentare dell’1,9% come stimato in precedenza. Solo il risultato operativo è previsto che rimanga stabile a 660 miliardi, mentre nel precedente outlook era dato in aumento del 18%. Le vendite di auto del gruppo sono attese infine a 4,2 milioni di unità, un importo inferiore ai 4,85 milioni che ci si aspettava tre mesi fa.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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